Inizia l’estate astronomica. Il solstizio d’estate, che segna l’inizio dell’estate astronomica, quest’anno cade il 20 giugno alle 22.49 dei nostri orologi.
La Luna
Le fasi della Luna. Luna nuova giovedì 6 giugno, Primo quarto venerdì 14, Luna piena sabato 22, Ultimo quarto venerdì 28.
Congiunzioni tra la Luna, pianeti e stelle brillanti. Lunedì 3 giugno la Luna sarà vicina a Marte, passando 2° a est (a “sinistra”) di quest’ultimo. Il fenomeno è apprezzabile a partire dalle 3.30 del mattino per un’oretta, prima che il cielo si schiarisca.
Sabato 8 la Luna si troverà alcuni gradi a sud delle due stelle più brillanti della costellazione dei Gemelli, Castore e Polluce. Il fenomeno è visibile solo appena dopo il tramonto. La sera dell’11 sarà invece vicina a Regolo, la stella più brillante del Leone.
Infine è notevole l’avvicinamento del nostro satellite naturale a Spica, la stella alfa della Vergine, previsto per il 16 giugno: attorno alle 21.00 la Luna si trova a meno di mezzo grado da quest’ultima.
I pianeti
L’ “allineamento” dei pianeti del 3 giugno. Lunedì 3 giugno, poco prima dell’alba, Giove, Mercurio, Urano, Marte, Nettuno e Saturno si troveranno a ovest del Sole, creando quello che i media hanno definito un “allineamento planetario”. in realtà, anche se è vero che i pianeti saranno tutti dalla stessa parte del Sole, lo “spettacolo” non sarà visibile in quanto la luce solare, diffusa dalla nostra atmosfera, coprirà la debole luce dei pianeti.
Mercurio. Visibile con difficoltà prima del sorgere del Sole, verso est, nella prima decade del mese è in rapido avvicinamento alla posizione di quest’ultimo, con cui risulta in congiunzione il 14 giugno. Dal giorno 20 in poi il piccolo pianeta passa in visibilità serale. Si può provare a scorgerlo verso ovest attorno alle 20.00, quando il cielo comincia a scurire. Dalla costellazione del Toro passa in quella dei Gemelli il giorno 17.
Venere. Ai primi del mese Venere, essendo in congiunzione con il Sole il giorno 4, risulta invisibile. È di nuovo osservabile a fine mese dopo il tramonto del Sole. Dalla costellazione del Toro il giorno 17 passa nella costellazione dei Gemelli, proprio come Mercurio.
Marte. È visibile al mattino presto, a partire dalle 4.30, quando sorge nella costellazione dei Pesci. La Luna lo avvicina il giorno 3; il 10 passa nella costellazione dell’Ariete.
Giove. All’inizio del mese è ancora molto vicino alla posizione del Sole (con cui si è trovato in congiunzione il 18 maggio scorso) per cui non è ancora visibile. Giorno dopo giorno si allontana velocemente dalla posizione della nostra stella e quindi verso la fine del mese può essere scorto all’alba, a partire dalle ore 4.30. Si trova nella costellazione del Toro.
Saturno. Sorgendo attorno alle 2.30 è visibile per la seconda parte della notte. Poco prima dell’alba lo troviamo a una discreta altezza, di più di 35° sopra l’orizzonte sud est. Il 27 e il 28 giugno viene “avvicinato” dalla Luna. Si trova nella costellazione dell’Acquario.
Urano. “Reduce” dalla congiunzione con il Sole, che si è verificata il 13 maggio scorso, consigliamo di provare a puntarlo con un binocolo nella seconda parte di giugno, tenendo conto della stretta finestra di osservabilità tra il sorgere (attorno alle 4.00) e le prime luci dell’alba (verso le 4.45). Si trova nella costellazione del Toro per tutto il mese.
Nettuno. Sorge attorno alle 3.30 ed è visibile con un telescopio fino alle prime luci dell’alba. Il primo giugno e il 28 viene raggiunto dalla Luna. Si muove con moto molto lento nei confini della costellazione dei Pesci.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di giugno
Nel mese dalle notti più corte dell’anno, alle nostre latitudini, occorre aspettare almeno le 22.30 per cominciare ad apprezzare le forme delle costellazioni grazie alla visibilità di un maggior numero di stelle. Si pensi che la fine del crepuscolo astronomico, ossia quando il Sole, già tramontato, raggiunge almeno 18 gradi sotto l’orizzonte rendendo il cielo più buio, arriva soltanto verso mezzanotte!
Attorno alle 23.00, vediamo verso sud, alta nel cielo, la costellazione del Bootes (o Pastore) con la brillante Arturo, la quarta stella più luminosa dell’intera sfera celeste; poco a destra si vede l’ammasso di deboli stelle che caratterizza la Chioma di Berenice, che anticamente rappresentava il ciuffo di peli all’estremità della coda del Leone, che appare ancora più a ovest. A “sinistra” del Pastore, ovvero verso oriente, si riconosce il semicerchio della Corona Boreale (con Alphecca, detta anche Gemma, la stella centrale); decisamente più bassa, sotto Arturo, si nota la brillante Spica, l’alfa della Vergine, il cui colore azzurro contrasta decisamente con quello arancione di Arturo.
Canes Venatici, i Cani da caccia. Dalla parte opposta della Corona Boreale rispetto a Bootes, oltre il timone del Grande Carro, si trova una costellazione che rappresenta due levrieri affiancati. Fu introdotta dall’astronomo polacco Johannes Hevelius nel 1687. Qui troviamo un oggetto del tutto particolare, a cui dedichiamo la copertina della rubrica di questo mese: M51, conosciuta come Galassia Vortice (in lingua inglese Whirpool Galaxy), in realtà un sistema di due galassie che interagiscono tra loro (oltre alla principale, M51, la compagna NGC 5195). Ai telescopi da 250 mm di diametro dell’Osservatorio Astronomico utilizzabili dai visitatori risulta visibile distintamente la zona centrale di ciascuna delle due galassie (denominata bulge). Caso raro per un’osservazione visuale al telescopio, sono percepibili, anche se con qualche difficoltà, anche i bracci a spirale della galassia principale, come una sorta di debole anello luminoso che la circonda. La coppia dista da noi circa 23 milioni di anni luce.
Il Triangolo estivo fa capolino a oriente. In seconda serata, dopo le 23.30, a ovest si abbassano decisamente il Leone e il Corvo, mentre l’Idra tramonta. Nel frattempo declinano anche le costellazioni di Bootes, il Leone e la Vergine. A oriente si innalza sempre più il Triangolo estivo. Non si tratta di una costellazione, bensì di un asterismo o asterisma, cioè un disegno di stelle che non è codificato dagli astronomi come una delle 88 costellazioni ufficialmente riconosciute. È formato da Altair, Vega e Deneb, tre luminose e importanti stelle appartenenti rispettivamente alle costellazioni dell’Aquila, della Lira e del Cigno di cui avremo occasione di parlare più volte nel corso delle prossime puntate.
La costellazione del mese: la Bilancia
In questa costellazione le stelle Alfa e Beta nel Medioevo vennero chiamate dagli astronomi arabi Zuben El Genubi (“la chela del sud”) e Zuben El Schemali (“la chela del nord”): in quanto chele, erano appartenenti quindi alla costellazione dello Scorpione. Questa attribuzione ha in realtà un precedente anche nella cultura greca.
Infatti, sebbene in alcune rappresentazioni dello zodiaco babilonese (attorno al V secolo a.C.) sia raffigurata la Bilancia (chiamata Zi-Ba.An.Na, cioè “bilancia del cielo”), essa non viene menzionata da alcuni autori greci successivi come Eudosso (V-IV sec. a.C.) e Arato di Soli (IV-III sec. a.C.). Riferimenti allo strumento simbolo della giustizia si trovano invece in Ipparco (II sec. a.C.) che raggruppa le sue stelle principali (tra cui Alfa e Beta) in un insieme denominato zugon, ossia il giogo della Bilancia che sorregge i due piatti, anche se in altri passi l’astronomo greco usa il termine kelai, cioè “chele”.
Anche Tolomeo (I sec. d.C.) definisce alcune stelle della Bilancia kelae, riferendosi alle chele dello Scorpione, a conferma del fatto che nella cultura greca questa costellazione appare affrancarsi solo con molta difficoltà da ogni legame con l’invadente vicino dalla coda a pungiglione (di cui parleremo il prossimo mese).
Dopo questa doverosa digressione storico-letteraria, ritorniamo alle nostre osservazioni, segnalando che Alfa Librae (Libra è il nome della Bilancia in latino) è una bella stella doppia. Le due componenti (una stella bianca e una gialla) sono facilmente separabili con un binocolo.
Beta Librae è invece una stella azzurra molto calda (con una temperatura superficiale di 12.000 gradi) che si trova a una distanza da noi di circa 185 anni luce. Una curiosità: alcuni osservatori riportano che il colore di questa stella possa tendere al verde, ma si tratta probabilmente di un’impressione soggettiva.
Ritornando alla stella Zuben El Genubi prima citata, non si può non notare l’assonanza con Obi-Wan Kenobi, il cavaliere Jedi di Star Wars. Anche se gli esegeti della saga di science fantasy riconducono l’origine del nome a vocaboli giapponesi legati alla cultura samurai, ci chiediamo se George Lucas (appena omaggiato della Palma d’Oro alla carriera al Festival de Cannes di quest’anno) non si sia ispirato anche a questa stella per battezzare il personaggio!
Le costellazioni che non tramontano: Cefeo
In queste corte notti di giugno, se si osserva verso nord est, a un’altezza intermedia tra orizzonte e punto sopra la nostra testa (lo zenit), si può scorgere a destra della Stella polare un asterismo (disegno composto da stelle) a forma di casetta coricata su un lato, con la punta del tetto verso sinistra (proseguendo la cui direzione si incontra il… naso dell’Orsa Maggiore). Si tratta della parte centrale di Cefeo, la costellazione che rappresenta il re consorte della più famosa regina (e omonima costellazione) Cassiopea, la quale, a causa della sua vanità, mise nei guai la propria figlia Andromeda che fu quasi costretta a sacrificare la propria vita per placare l’ira di Poseidone.
Cefeo è una costellazione interessante, che contiene diverse stelle importanti. Delta Cephei è il prototipo delle stelle variabili pulsanti chiamate appunto “cefeidi”, basilari nella storia della determinazione delle distanze stellari. Anche Beta Cephei, Alfirk, è a sua volta la capostipite di una classe di stelle variabili che variano di dimensioni in modo più complesso delle Cefeidi. Gamma Cephei, Errai, sarà la prossima stella polare relativamente brillante (nel 4000 d.C.) per via del moto di precessione dell’asse terrestre che nel tempo fa migrare la sua direzione di puntamento sulla volta celeste. Errai possiede inoltre un pianeta, un gigante gassoso la cui scoperta, risalente al 1989, fu ritrattata dagli autori nel 1992 (perché i dati erano giudicati non affidabili) per essere riconfermata nel 2002, quando strumentazioni più avanzate permisero di raggiungere una maggior precisione! Se fosse stato confermato già nel 1989, sarebbe stato il primo pianeta extrasolare mai scoperto.
Infine in Cefeo troviamo una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo, a circa 3.000 anni luce di distanza: Mu Cephei, una supergigante rossa il cui colore cremisi, nonostante la sua debole luminosità apparente, è già percepibile a occhio nudo. Non a caso l’astronomo William Herschel (1738-1822) la soprannominò “stella granata”. Si tratta di una stella enorme, con un raggio di più di 1.400 volte quello del Sole: se fosse messa al posto di quest’ultimo i suoi strati più esterni arriverebbero ben oltre l’orbita di Giove, mentre l’orbita della Terra cadrebbe quasi nel suo centro.
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.
Nel mese di giugno proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma sabato 1, 8 e 15, con prenotazione online obbligatoria.
Il 29 giugno si terrà il 10° Asteroid Day a Saint-Barthélemy, iniziativa promossa dalle Nazioni Unite per sensibilizzare in maniera responsabile l’opinione pubblica sul rischio degli asteroidi potenzialmente pericolosi, che avrà un’anteprima online mercoledì 26 giugno con una diretta su Facebook e YouTube. L’appuntamento inaugura le attività che proporremo durante l’estate: seguiteci su sito e social per saperne di più!
Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/