Nella serata di ieri, venerdì 7 maggio, la Squadra Mobile di Aosta, con la collaborazione di quella di Cuneo, ha rintracciato la donna che il giorno prima, giovedì 6 maggio, dopo un incontro col figlio minore era fuggita con lui facendo perdere le proprie tracce.
Madre e figlio si trovavano nella provincia di Cuneo, a Barge. Il minore, che sta bene, è stato riportato in Valle d’Aosta. A comunicarlo, in una nota, la Questura di Aosta.
Le investigazioni, partendo anche dalle celle telefoniche agganciate dal telefono della madre, hanno consentito di localizzare la donna nel cuneese. È stata quindi attivata, dalla Questura di Aosta, la Squadra Mobile di Cuneo che, una volta a Barge, ha trovato mamma e bimbo in un locale.
Gli agenti della Mobile di Aosta, assieme alla zia del piccolo, dopo aver raggiunto la località piemontese, hanno intrapreso il viaggio di ritorno verso la Valle. Nei confronti della mamma, non risultano al momento provvedimenti restrittivi o cautelari. L’attività investigativa continua, ora, per approfondire gli esatti contorni dell’accaduto. La donna rischia una denuncia per non aver rispettato i termini della visita stabiliti dal Tribunale.
di Luca Ventrice
Madre non riporta il figlio dopo incontro autorizzato, ricerche in corso
7 giugno 2024
Al termine dell’incontro, quando un bambino di quasi cinque anni doveva essere riportato agli zii materni, da cui è collocato dall’aprile dello scorso anno, la madre non si è presentata all’appuntamento. Sono quindi in corso le ricerche della donna e del piccolo, entrambi cittadini gambiani, a cura della Polizia, sotto il coordinamento della Procura di Aosta.
L’incontro era in programma per la tarda mattinata di ieri, giovedì 6 giugno, nel centro di Aosta. Era previsto che durasse circa tre ore, ma nel primo pomeriggio, al ritorno dei parenti (con i quali il bimbo vive da più di un anno) e dell’educatore, della madre non c’era traccia.
Il bambino era stato allontanato dalla genitrice, per poi essere affidato al servizio sociale territoriale, quindi collocato dagli zii materni (seppur la madre non abbia perso la potestà genitoriale). L’incontro, autorizzato dal Tribunale dei minori, era previsto si svolgesse con la presenza dell’educatore all’inizio e al termine dello stesso, ma la donna ne avrebbe approfittato e non si esclude abbia l’obiettivo di recarsi all’estero.
Le parole dell’Assessorato alla Sanità
In una nota serale, l’Assessorato alla Sanità spiega: “A partire da fine marzo 2023, la situazione è seguita da un’équipe multidisciplinare (educatore, assistente sociale, psicologo e mediatore interculturale) su mandato del tribunale per i Minorenni. Nel mese di aprile 2023 il Tribunale ha disposto la collocazione del bambino presso gli zii materni e l’attivazione di visite protette e non ha previsto la sospensione dalla responsabilità genitoriale in capo alla madre”.
“A partire dal mese di marzo 2024 – si legge ancora -, il Tribunale per i Minorenni, ha disposto una graduale liberalizzazione degli incontri tra il minore e la madre. Nell’ambito di quest’ultima disposizione del Tribunale per i minorenni, gli incontri erano attualmente accompagnati da un educatore sia all’inizio che al termine degli stessi”.
“Sono pertanto imprecise le notizie apparse sugli organi di stampa – chiude la nota -, in quanto da un lato gli zii non erano affidatari del bambino, ma lo stesso era collocato presso di loro, e dall’altro in quanto la sottrazione del minore non è avvenuta nel corso di un incontro protetto, ma di un incontro libero tra madre e figlio, in ossequio a quanto stabilito dal Tribunale”.
Infine, “l’Assessorato auspica un rapido ritrovamento del bambino, nel superiore interesse rispetto al benessere e alla serenità del piccolo”.
Le parole della legale della madre
In una lettera inviata in serata alle redazioni, l’avvocata Carola Marzi, legale della madre, ribadisce le parole dell’Assessorato alla Sanità e spiega: “La madre, dunque, non è mai stata dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale, né il bimbo è mai stato affidato agli zii, che hanno rivestito il ruolo di semplici collocatari (affidamento e collocamento hanno due significati giuridici nettamente distinti). Il Tribunale per i Minorenni ordinava quindi che venisse effettuata una valutazione della capacità genitoriale della mamma e che venissero attivate modalità di incontro protette madre-figlio”.
E aggiunge: “Veniva all’uopo nominata una équipe multidisciplinare, composta da un’assistente sociale, una psicologa ed un educatore, oltre che un mediatore interculturale, al fine di facilitare gli scambi di informazioni. Al termine del periodo di valutazione, la madre risultava idonea al proprio ruolo genitoriale e il Tribunale per i Minorenni quindi autorizzava
i Servizi Sociali a prevedere un graduale ampliamento e la liberalizzazione delle visite madre-figlio. Le visite, dunque, al momento dei fatti narrati, non erano più protette, ma libere, con previsione della presenza dell’educatore solo ed esclusivamente nel momento del passaggio del bimbo dagli zii alla madre e viceversa, momento delicato, che ancora presentava delle criticità”.
“Non si intende discutere con gli Organi di stampa delle motivazioni di tali difficoltà, né dell’allontanamento effettuato ieri dalla madre: vi è un Tribunale che è a conoscenza dei fatti, a cui competerà di valutare quanto avvenuto negli ultimi mesi (e non un singolo comportamento, peraltro del tutto avulso dal contesto) e assumere decisioni”, conclude la legale.
Una risposta
E dov’era l’educatore? E poi quel termine “collocato” è penoso, rimanda all’idea di un pacco…