È morto Marco Cattaneo, “papà” di MomoDesign

Marco Cattaneo è morto a 88 anni. Tra le sue prime creature, il volante Momo. Chi non l’ha desiderato? Lo ammiriamo ancora oggi per la sua bellezza, la sua iconicità. E La storia del casco “MomoDesign”, poi, ha dell’incredibile.
Marco Cattaneo
Gioie e Motori

Dopo Bruno Maggiora, che abbiamo ricordato la settimana scorsa, piangiamo oggi la scomparsa di Marco Cattaneo, pavese di ottantotto anni, manager di Momo e di MomoDesign nonché pirotecnico alfiere di quello che denominiamo automotive, anglismo cool un po’ modaiolo che non rende giustizia alla componentistica per l’auto che tanto lustro ha dato al Paese.

Certo, componentistica sa di tempi andati, di linguaggio da computisteria, volete mettere con automotive, ma era un termine tutta sostanza, inventiva e pragmatismo che si fondevano felicemente e arricchivano in fortunata simbiosi le vetture che equipaggiavano. A quel mondo apparteneva Cattaneo.

Ma non in modo arcaico, di nostalgia per l’antan, al contrario in un concreto e continuo divenire, senza tema del fallimento, che considerava una base per la ripartenza. Ma fallimenti non ne vide, in realtà. Come potremmo definirlo sinteticamente con un aggettivo? Ce ne sarebbero tanti, ma forse quello che gli si attaglia di più è “curioso”. Quella curiosità nel lavoro ma diremmo in generale della vita, alla ricerca spasmodica e indefessa di novità, non fini a se stesse ma incastonate in una visione complessiva.

Leggendarie le incursioni di Cattaneo nei mercatini, attentissimo a cogliere oggetti all’apparenza insignificanti che nelle sue mani acquisivano rilevanza. Perché vedeva oltre, l’intuizione lo conduceva dove altri non arrivavamo neppure con la fantasia.

Tra le sue prime creature, il volante Momo. Chi non l’ha desiderato? Lo ammiriamo ancora oggi per la sua bellezza, la sua iconicità, che animava lo spirito racing anche sulle auto di tutti i giorni, magari nelle consuete e rassegnate code su una delle tante tangenziali. Momo era stata la creatura di Gianpiero Moretti, che l’aveva fondata negli anni sessanta.

Il suo volante era divenuto presto celebre nelle mani di John Surtees, campione del mondo di Formula Uno con la Ferrari nel 1964. Ma Moretti non è stato soltanto un imprenditore di successo. Da pilota vinse diverse gare, tra tutte la “24 Ore di Daytona”, la “12 Ore di Sebring” e la “6 Ore di Watkins Glen” nel magico 1998 a cinquantotto anni, la vettura, la Ferrari333 SP”.

E non poteva essere che un uomo come Cattaneo ad unirsi a Moretti; non a caso, Marco aveva fatto posizionare quell’auto al centro del suo ufficio. Un vulcano perennemente in eruzione, che nel 1981 si inventò “MomoDesign”, un centro stile antesignano che realizzava accessoristica di lusso.

La storia del cascoMomoDesign” ha dell’incredibile. La genesi, nel casco di un pilota di Mig, l’aereo sovietico, abbandonato chissà dove e da chi. Cattaneo lo raccoglie tra lo stupore e l’incredulità: nella sua testa è già quell’accessorio che, opportunamente dotato di “orecchie” e di un’ampia striscia, conquista il cuore e il talento dei cavalieri delle due ruote.

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