“Il trenino di Cogne è ancora in Lombardia. La Regione chieda un sopralluogo al genio ferrovieri”

Le consigliere di Pcp Chiara Minelli e Erika Guichardaz chiedono alla Regione di contattare lo Stato maggiore dell'esercito per un sopralluogo da parte del genio ferrovieri e annunciano come il trenino sia ancora in Italia. "Rispetto a tutte le ipotesi di collegamento è l'unica che oggi esiste".
Trenino Cogne - Foto Associazione Musei di Cogne
Politica

Il trenino di Cogne, acquistato da una società lombarda nel 2022 per 31.150 euro è ancora in Lombardia. Ad annunciarlo in una conferenza stampa sono le consigliere di Pcp Chiara Minelli e Erika Guichardaz che, alla luce di questa verifica, rilanciano la proposta, non discussa nello scorso consiglio regionale, di coinvolgere il Genio Ferrovieri per capire la fattibilità di un utilizzo della ferrovia del Drinc in caso di emergenza.

trenino Cogne
trenino Cogne

“Abbiamo contattato il Genio ferrovieri di  Castel Maggiore – spiega Minelli – il reparto può effettuare se viene richiesto un sopralluogo e poi eventualmente intervenire, così come successo in Abruzzo dopo il terremoto e in Emilia Romagna dopo l’alluvione”. Richiesta da presentare allo Stato maggiore dell’esercito e “del tutto giustificata dalla situazione di calamità dichiarata e riconosciuta”.

Costruita in quattro anni, dal 1918 al 1922, la ferrovia del Drink è stata utilizzata fino al 1979 per il servizio di trasporto del minerale. Successivamente è stata acquisita dalla Regione con l’obiettivo di riadattare l’infrastruttura per il trasporto passeggeri e merci leggere. I lavori, completati nel 2006, costarono 30 milioni di euro, di cui 27 per opere civili e 7 per materiale rotabile. Nel 2011 il Consiglio regionale decise però visti i problemi nella messa in funzione di rinunciare al trenino di Cogne, anche perché all’epoca erano stati stimati altri 11,2 milioni di euro di investimenti per rendere fruibile il progetto.

Donzel, Guichardaz e Minelli
Donzel, Guichardaz e Minelli

“La storia ci dice che per Cogne c’è la necessità di avere un collegamento alternativo” evidenzia Erika Guichardaz. “La ferrovia fu utilizzata in caso di emergenza nel 1934, 1935, 1951, 1955, 1969, 1980, 93 e 2000”. Nel settembre del 1993 peraltro, una delegazione del Ministero dei trasporti, presente a Cogne per valutare il progetto di riadattamento della ferrovia, venne evacuata tramite la ferrovia a seguito dell’alluvione del 22 e 23 settembre.
“C’è un altro elemento rilevante rispetto a tutte le ipotesi: è l’unica che esiste, un’opera visionaria, che tutti ci hanno invidiato”.

Il primo passo da compiere secondo Pcp è quindi il sopralluogo da parte del genio ferrovieri, a seguire vanno presi contatti con la società che ha acquistato il materiale rotabile. “Un approfondimento a nostro avviso va fatto, anche perché sappiamo che le emergenze sono destinate a ripetersi”.

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