Kilian Jornet concatena tutte e 82 le cime delle Alpi sopra i 4000 metri

1200 km, 267 ore 45 minuti e 16 secondi di attività per 75344 metri di dislivello positivo e una media di 5 ore e 17 minuti di sonno al giorno.
Kilian sul Monte Bianco
Sport

19 giorni per compiere un’impresa che rimarrà scritta nella storia dello sport, e non solo: 1200 km, 267 ore 45 minuti e 16 secondi di attività per 75344 metri di dislivello positivo e una media di 5 ore e 17 minuti di sonno al giorno.

Citando Franco Nicolini e Diego Giovannini che prima di lui avevano già compiuto lo stesso concatenamento, “i dislivelli, i gradi difficoltà sono  solo numeri, non sono niente rispetto alle sensazioni che proviamo”.

Vissuto come un’impresa sportiva o un’avventura come lui l’ha definito, il suo progetto era iniziato in Svizzera dal Piz Bernina per poi attraversare la Valle d’Aosta e concludersi in Francia. Anche lui nel seguire lo spirito originario di chi lo ha preceduto lo ha fatto spostandosi solo con mezzi spinti dalle sue gambe, correndo e pedalando. Lontano dal clamore di quanto avveniva a Chamonix, il suo concatenamento è terminato con le cime del Dôme e della Barre des Écrins, le più occidentali di tutto il suo percorso.

“La cosa più impegnativa che abbia mai fatto in vita mia, dal punto di vista mentale, fisico e tecnico, ma forse anche la più bella”.

Dopo aver vinto tutto quello che si poteva vincere nel panorama del trail mondiale, davanti ad una tale impresa rimarrà difficile anche per lui elaborare tutte le emozioni vissute durante questo viaggio. A leggere i suoi racconti gli rimarranno indelebili i momenti vissuti con i suoi compagni di avventura, i paesaggi visti e attraversati, le albe e i tramonti sulle creste.

Un’elaborazione che richiederà tempo e sarà di certo immortalata in qualche prossimo documentario o in un libro. Per il momento dalle sue pagine social ha semplicemente ringraziato tutti quelli che lo hanno accompagnato durante questi giorni concludendo con un semplice e meritato  “Ora è tempo di riposare un po’ !”.

 

Kilian sul Monte Bianco
Kilian sul Monte Bianco

Alpine Connections, oltre il Gran Paradiso. Kilian ha affrontato l’80° quattromila


Il Gran Paradiso segna la fine delle vette oltre i 4000 metri in Valle d’Aosta. Accompagnato anche questa volta da Matheo Jacquemoud ed insieme a Vivian Bruchez, amico di lunga data con cui Kilian ha già condiviso diverse spedizioni, il catalano è partito alla volta di Valsavarenche di buon mattino venerdì.

Dopo il tratto in bicicletta, Vivien, in ripresa da un infortunio, li ha lasciati e ad accompagnarli sono arrivati Henri Aymonod ed Emily Harrop, campionessa mondiale di sci alpinismo. Insieme, hanno affrontato  così l’ottantesima vetta da 4000 metri, il tutto in sole 4 ore.

Il Gran Paradiso è la montagna con il tasso di difficoltà tecnica più basso rispetto alle sezioni che ha incontrato nel tratto del massiccio del Monte Bianco e questo gli ha permesso di salire e scendere in velocità.

Aymonod racconta così la sua esperienza con Kilian: “Dopo 2 ore e mezza di bici dalla Val Veny abbiamo raggiunto Pont di Valsavarenche. Da qui siamo saliti in vetta al Gran Paradiso a mezzogiorno di venerdì, dopo un’ascensione di 2 ore e 15 minuti. Durante la salita, Matheo Jacquemoud ha preferito mantenere un ritmo più rilassato, salendo insieme ad Emily Harrop. Al rientro ci siamo fermati al rifugio Vittorio Emanuele II, dove Paolo Pellissier ci ha accolto con grande ospitalità ed al ore 14 eravamo nuovamente a Pont di Valsavarenche”.

“Kilian – prosegue Aymonod – era tranquillo, lucido e sembrava davvero in ottima forma. Per me è stato un vero piacere condividere parte del suo cammino e del suo progetto anche solo per una piccola parte. Avrei voluto davvero proseguire e continuare con loro, ma mi attendeva una doppia sfida al Trofeo Nasego: il vertical di sabato e la gara di domenica”. Gara nella quale Aymonod è arrivato terzo.

Lasciata la Valsavarenche, Kilian ha percorso 21 km per rientrare in Francia e riposare in Val d’Isère per quella che potrebbe essere l‘ultima tappa del suo progetto Alpine Connections.

Kilian racconta la sua salita al Monte Bianco

1° settembre 2024

Kilian durante una salita - Foto Facebook
Kilian durante una salita – Foto Facebook

Nella giornata di ieri era stato visto mentre si dirigeva verso Pont di Valsavarenche per la probabile salita al Gran Paradiso. Nella mattinata in cui è arrivato il primo concorrente dell’UTMB, Kilian ha pubblicato il suo racconto della salita sul Monte Bianco, conquistato ben prima di quanto tutti potessero immaginare.

Accompagnato  da Matheo Jacquemoud e Noa Barrau, Kilian ha attraversato la cresta du Diable “una delle più belle salite su roccia che abbia mai fatto”, il Corne du Diable, Pointe Chaubert, Pointe Médiane, Pointe Carmen e l’Isolée per proseguire verso il Monte Bianco con le cime del Mont Blanc du Tacul, del Mont Maudit, del Mont Blanc, del Dôme du Goûter e dell’Aiguille de Bionassay, dove Matheo e Noa lo hanno lasciato.

In solitaria è tornato una seconda volta sulla cima del Monte Bianco, sulla via del ritorno, passando per la cresta del Brouillard, sul Monte Bianco di Courmayeur, Picco Luigi Amadeo, Mont Brouillard e Punta Baretti.

Circa 20 ore di attività per poi fermarsi e riposare per circa 4 ore al bivacco Eccles. Una sosta dovuta anche all’attesa di condizioni migliori per poter affrontare in sicurezza alcuni tratti tecnici sul Grand Pilier d’Angle e sull’Aiguille Blanche de Peuterey.

Una giornata in cui ha conquistato ben 16 nuove cime oltre i 4000 metri, percorrendo 41 chilometri con 5000 metri di dislivello, in 29 ore e 25 minuti escluse le 4 ore di sonno al bivacco Eccles.

Nel pomeriggio è arrivato al Camping la Sorgente, di proprietà di Matteo Pepelin che Kilian ha citato e ringraziato direttamente sui social per il grande aiuto fornitogli, grazie alla sua profonda conoscenza della zona.

Con questa sezione salgono a 79 le cime conquistate nell’ambito del progetto Alpine Connection. Nonostante il ritardo nella comunicazione dei suoi passaggi e spostamenti è altamente probabile che nella giornata in cui viene decretato il vincitore dell’UTMB, Kilian abbia già terminato il suo progetto di concatenare tutte le sue cime.

Lontano dal clamore e dai riflettori della macchina mediatica impegnata tutta a Chamonix ha scritto un’altra pagina dello sport.

Alpine Connections, per Kilian oggi è il giorno del Gran Paradiso

30 agosto 2024

Kilian in bici a Dégioz
Kilian in bici a Dégioz

Mentre tutti si aspettavano di vederlo comparire a Chamonix, proprio nel giorno della partenza dell’UTMB, Kilian è stato avvistato questa mattina nella frazione di Degioz, nel comune di Valsavarenche, mentre saliva in bicicletta, accompagnato da Henry Aymonod, Vivien Bruchez e Mathéo Jacquemoud. Obiettivo di oggi è la salita ai 4061 metri del Gran Paradiso. Gli aggiornamenti del suo progetto vengono pubblicati sempre con due giorni di ritardo per non fare sapere con esattezza la sua posizione e la sua presenza a Valsavarenche sta ad indicare che il Monte Bianco potrebbe essere già stato conquistato e pertanto il numero di cime ancora da conquistare si sta ormai progressivamente riducendo.

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Il passaggio di Kilian a Degioz questa mattina

Alpine Connections, Kilian punta al Monte Bianco

59 cime oltre i 4000 già conquistate, per un totale di 56237 metri  d+ e oltre 853 km percorsi dall’inizio del progetto, con una media di 4 ore e 45 di sonno a notte. Nella fase 12 del suo progetto Kilian ha lasciato il campeggio di Courmayeur dove ha soggiornato un giorno, per iniziare la salita alle Grandes Jorasses insieme al team formato da Matheo Jacquemoud, Miichel Ianne e Bastien Lardat a cui si è affidato vista la loro grande conoscenza della zona. Dunque non un’iimpresa solitaria la sua, ma seguita da esperti soprattutto durante le salite più tecniche, proprio per le condizioni difficili in questa zona delle Alpi.

Conquistate in questa sola tappa la cresta delle Grandes Jorasses (Pointe Walker, Pointe Whymper, Pointe Croz, Pointe Elena, Pointe Margherita), poi il Dôme de Rochefort, l’Aiguille de Rochefort e infine il Dente del Gigante prima di fermarsi per una pausa al Rifugio Torino.

 

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Lasciato il team si è poi diretto in solitaria al Refuge du Couvercle con alle sue spalle 28 chilometri e 4200 metri di dislivello e altre 8 cime da 4000 metri. La cima del Bianco si avvicina e anche venerdì, data della partenza dell’Utmb.

Le Alpi sono grandi ma non così tanto da non trovare almeno una persona che si conosce, soprattutto se si è o si è stati, loro assidui frequentatori. Durante la pedalata da Bourg-Saint-Pierre verso La Fouly Kilian ha incontrato Jules-Henri Gabioud, nome noto anche in Valle d’Aosta per la sua partecipazione a diverse gare di Trail tra le quali il Tor des Géants, vinto nel 2011 e l’ultima nel 2021, quando ha vinto, ex equo con Luca Papi, il Tor Des Glaciers.

Un incontro fortuito, forse durante un giro in bici di scarico per Jules-Henri fatto giusto appena prima della sua partenza nella durissima gara PTL che inaugura come ogni anno la settimana dell’UTMB. Da buon conoscitore della zona lo svizzero gli ha suggerito una scorciatoia per raggiungere prima la Val Ferret, raggiunta questa volta di corsa.

Fermato dal brutto tempo il catalano ha così deciso di prendersi il primo vero giorno di riposo dall’inizio del suo progetto dedicandosi al pieno recupero. Una pausa che gli è servita per mangiare, reintegrare i liquidi persi e prepararsi alla sua prossima lunga e tecnica parte del progetto che lo vedrà sicuramente impegnato nell’ascesa al Monte Bianco. Un Kilian per il momento non in vetta al Bianco durante l’UTMB ma già durante le altre gare che ne fanno da preludio tra le quali la TDS in partenza proprio questa sera da Courmayeur alle ore 24. Chissà se confuso tra gli spettatori ci sarà anche lui a guardare e fare il tifo o sarà semplicemente impegnato a riposare come un comune mortale.

 

Kilian sul Cervino
Kilian sul Cervino

Alpine Connections, Kilian è già a metà del suo progetto

Superate le 50 cime oltre i 4000 metri conquistate da Kilian Jornet Burgada. Il Vallese ha rappresentato per lui una delle tappe più dure fino ad ora. Una media di 19 ore al giorno di scalata mantenuta per ben 4 giorni di fila, ha messo a dura prova il suo fisico. Si tratta di zone selvagge, dure e che richiedono una buona dose di concentrazione per orientarsi e fare le scelte giuste ad ogni singolo passo. La difficoltà è però stata ripagata dalla bellezza dei paesaggi.

Kilian racconta sul suo profilo Instagram che “vedere il tramonto sul Weisshorn, una salita lunga, tecnica e impegnativa ma fatta su una delle montagne più estetiche delle Alpi, secondo me, è stato davvero speciale e forse uno dei momenti più belli della mia vita” . Un momento tanto bello da  fargli mettere da parte la stanchezza.

Dopo aver conquistato l’Ober Gabelhorn (4064 m) insieme all’amico Matheo Jacquemoud, lo Zinalrothorn (4221 m), il Weisshorn (4506 m) e il Bishorn in solitaria(4151 m) è giunto a Zinal dove ad attenderlo c’erano la sua squadra e la madre pronti a fargli assistenza morale e fisica.

Chissà cosa avrà pensato arrivando a Zinal dove, solo ad inizio agosto aveva conquistato la sua decima Sierre-Zinal, gara da 31 km e 2200 metri d+ stabilendo il nuovo record del percorso in 2h25:34.

Da Zinal è ripartito in bicicletta percorrendo 110 chilometri da fino a Bourg Saint-Pierre dove ha iniziato la sua salita verso il Grand Combin dove ha incontrato Alain Tissieres, guida alpina, un tempo atleta ed ex rivale di Kilian nelle gare di scialpinismo con cui ha iniziato la salita al Grand Combins.

Il Grand Combin è tecnico e soggetto a cadute di massi ed ha rappresentato per lui un ulteriore sfida tanto da fargli ammettere di “esser stato felice di non averlo affrontato da solo”. Sono partiti insieme  alla volta del Combin de Valsorey al tramonto per affrontare durante la notte il ghiacciaio e raggiungere il Grand Combin e il Combin de la Tsessette, raggiungendo la 49ª, 50ª e 51ª cima del suo progetto in circa 9 ore di arrampicata per poi ridiscendere a Bourg Saint Pierre. Terminata la parte Svizzera si apre ora davanti a lui una nuova fase della sua lunga traversata che lo porterà nuovamente in Valle d’Aosta.

 

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Alpine Connections, l’impresa di Kilian continua su Monte Rosa e Cervino

L’impresa di Kilian Jornet Burgada sulle Alpi continua senza sosta e finalmente, come previsto, l’atleta catalano è arrivato il Valle d’Aosta, dove nei giorni scorsi ha “conquistato” tutti i quattromila della catena del Monte Rosa e del Cervino.

Durante lo “Stage 7 – Valais 3“, ha affrontato lo “Spaghetti Tour” attraverso Nordend, Dufourspitze, Zumsteinspitze, Signalkuppe, Pointe Parrot, Ludswighöhe, Corno Nero, Pyramide Vincent, Punta Giordani, Lyskamm E, Lyskamm W, Castor, Pollux, Roccia Nera, Breithorn (punta 4106), Breithorn E, Breithorn centrale e infine Breithorn W.

E’ lo stesso Kilian, in un video postato su Instagram, a raccontare un episodio curioso:”Quando la polizia ti chiede di spostare la macchina… ma tu sei a 2500 km di distanza, a 4000 metri e nel bel mezzo di una traversata di 18 cime”. Mentre era sul Lyskamm, la polizia norvegese lo ha chiamato per spostare la sua Tesla, ferma in un parcheggio in cui devono essere svolti dei lavori. Si è quindi trovato alla ricerca del segnale che gli consentisse di avviare l’auto da remoto.

 

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Nel successivo “Stage 8 – Valais 4“, invece, Kilian è tornato sulla montagna che 11 anni fa lo aveva consacrato tra i mostri sacri dello skrunning, il Cervino. “Dopo un po’ di riposo nella Hörnlihütte, questa nuova tappa è iniziata subito con una salita iconica, il Cervino (4478 m), che avevo scalato dalla sua parete nord l’ultima volta che sono venuto qui (ma ovviamente non era nel menu di oggi!), e in 2:52:02 dal versante italiano nel 2013. Alla partenza, verso le 7 del mattino, abbiamo assistito a una bellissima alba. Sono stato raggiunto da Matheo Jacquemoud per la Dent Blanche (4173 m), poi Genis Zapater si è unito a noi per la lunga camminata verso la successiva cima e la discesa verso Schönbielhütte. Un’altra lunga giornata di più di 18 ore è stata portata a termine e oggi sono state scalate altre 3 cime. Questo porta il totale a 44 dall’inizio del progetto Alpine Connections”.

Kilian che progetta la salita
Kilian che progetta la salita

Alpine Connections, Kilian tenta il concatenamento di tutti i quattromila delle Alpi

Su Kilian Jornet Burgada è stato scritto e detto tutto, ma ogni anno continua a stupire e a ridefinire i limiti umani nel campo dell’allenamento e dello sport in montagna. In questi ultimi giorni, dopo l’ennesima vittoria nella Sierre-Zinal di inizio mese, Kilian ha di nuovo gli occhi del mondo puntati addosso per la sua nuova incredibile impresa, intitolata Alpine Connections, che senz’altro vedrà coinvolta anche la Valle d’Aosta.

Kilian Alpine Connections Instagram
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Da Patrick Berhault a Linea 4000: la storia del concatenamento delle 82 vette delle Alpi oltre i quattromila metri

Per capire da dove nasce la sua nuova, folle idea bisogna tornare indietro con gli anni al 2004, quando l’alpinista francese Patrick Berhault tenta per la prima volta il concatenamento delle Alpi con l’idea di impiegarci 82 giorni, perdendo però la vita nell’aprile di quell’anno durante il suo tentativo. Nel 2008, nei mesi da giugno ad agosto, tre italiani tentano nuovamente l’impresa: Franco Nicolini, Mirco Mezzanotte e Diego Giovannini fanno la storia e in soli 60 giorni realizzano qualcosa che sembrava impossibile, una prima assoluta.

La loro idea era di riuscire a concatenare tutte le 82 vette delle Alpi oltre i quattromila metri, spostandosi senza l’ausilio di mezzi a motore. Un impegno fisico, mentale a cui oltre alle difficoltà della conquista delle singole cime si aggiungevano i trasferimenti tra i vari gruppi montuosi, tutti effettuati a piedi oppure con la bicicletta o gli sci. Chiamarono la loro avventura Linea 4000, il cui racconto si trova nel libro “Senza sosta“. Fu un lavoro enorme non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista della pianificazione. Avevano scelto l’itinerario migliore da seguire che consentiva loro di portare a termine nel minor tempo possibile i concatenamenti tenendo conto anche del fattore “sostenibilità”. L’idea, pionieristica, era di spostarsi a piedi o in bicicletta per rendere minimo il loro impatto ambientale, pur sapendo di rendere così ancora più faticoso il loro progetto.

Kilian Alpine Connections Photo Strava
Kilian Alpine Connections Photo Strava

Dai Pirenei alla Alpi: nasce così Alpine Connections

Lo scorso anno l’atleta catalano ha concatenato 177 cime di oltre 3.000 metri nei Pirenei in soli 8 giorni percorrendo in totale 485,65 chilometri e accumulando un dislivello positivo di oltre 43.000 metri, in 155 ore di attività. L’aveva definita una “esperienza incredibile, una delle cose più difficili che abbia mai fatto”. Il suo sogno era di tornare sui Pirenei dove è nato per riscoprire le cime e i paesaggi in cui è cresciuto. Nella lista dei suoi progetti per il 2024, poi, aveva indicato nei mesi di agosto e settembre una nuova avventura senza svelare alcun particolare in proposito.

 

Il viaggio dello scorso anno sui Pirenei lo ha portato a cercare nuove sfide per spingere i suoi limiti fisici, mentali e tecnici ma probabilmente il progetto di concatenare i quattromila delle Alpi – intitolato per l’appunto Alpine Connections – rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto a tutto ciò che ha fatto finora. Si tratta di un tentativo non soltanto fine a sé stesso ma un modo, grazie ai dottori che lo seguono, per indagare sui limiti umani. In studi precedenti con Kilian, il dottor Jesús Álvarez, PhD in Biologia, ha osservato che il deterioramento cognitivo in condizioni indotte da stimoli dovuti al deficit calorico e allo stress sistemico, uniti al costante sforzo fisico, causa cambiamenti nelle sensazioni e nelle percezioni simili a quelle dei pazienti affetti da gravi danni cerebrali. Analizzare le sue risposte a queste condizioni potrebbe essere un aiuto per la scienza per far luce sui limiti fisiologici del corpo umano. 

 

Kilian Alpine Connections Photo Strava
Kilian Alpine Connections Photo Strava


L’impresa corre sui social

Lo staff che lo segue ha pubblicato in questi giorni una serie di post sui suoi canali social, oltre che sul suo profilo Strava, dove è possibile seguire la traccia dei suoi spostamenti, seppur con un “ritardo” di un paio di giorni, probabilmente studiato per non dover poi trovarsi anche a gestire tifosi, media e appassionati vari, lungo il percorso. Kilian Jornet ha iniziato la sua avventura a metà agosto al Bernina, nella Svizzera orientale, accumulando in queste 6 prime tappe oltre 19.831 metri di dislivello, in 67 ore di attività e percorrendo in totale 423 chilometri. Così come Franco Nicolini, Mirco Mezzanotte e Diego Giovannini sta effettuando tutti i suoi spostamenti in bici per tenere fede allo spirito originale dell’impresa e seguire attraverso la sua associazione “Kilian Foundation”, da sempre impegnata a preservare le montagne e l’ambiente, lo stato dei ghiacciai e delle zone che attraversa.

 

 

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Il passaggio in Valle d’Aosta

Impegnato in questi giorni nell’attraversamento della catena del Monte Rosa, è immaginabile (non avendo svelato il percorso completo prima di partire) che si appresti ad affrontare una cima che ben conosce, il Cervino, dove proprio nel mese di agosto del 2013 ha stabilito il record di salita e discesa dalla vetta, strappandolo a Bruno Brunod. La sua strada in Valle d’Aosta lo porterà su altri 4000 e forse la scalata di uno in particolare rappresenterebbe per lui l’impresa tra le imprese. Il 30 agosto partirà infatti da Chamonix l’UTMB, la gara più importante nel panorama del trail mondiale, da lui vinta in ben quattro edizioni. Impegnato in questo progetto non sarà sulla linea di partenza della gara, ma chissà se proprio in quei giorni si troverà ad affrontare la salita sul Monte Bianco mentre tutti gli altri atleti saranno impegnati sotto di lui a compierne il giro. The GOAT (The Greatest of All Time) potrebbe stupire tutti ancora una volta.

Potete seguire la sua impresa QUI.

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