Cala il sipario sul Main, il museo dell’artigianato internazionale, inaugurato nel 2016. Costi troppo alti di gestione in rapporto ai pochi visitatori, hanno portato al passo indietro dell’Ivat, l’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition.
Lo spazio espositivo all’interno di Maison Caravex passerà ora in mano al comune di Gignod che dovrà immaginarne, anche con il contributo di Ivat, il futuro e soprattutto gestirlo, individuando anche delle risorse umane per garantirne l’apertura.
“Abbiamo fatto con la Regione questa scelta. – spiega il presidente dell’Ivat Bruno Domaine – Il numero di passaggi in questi anni non è stato così importante, anche perché la zona non è facilmente visibile e accessibile. Pur trovandosi sulla via Francigena bisognerebbe avere un altro tipo di flussi rispetto a quelli dei viandanti”.
In attesa della riconsegna da parte di Ivat della casaforte Caravex e dell’immobile interrato annesso al Comune di Gignod, definito nel nuovo accordo di programma approvato, la struttura quest’anno è rimasta chiusa.
I due enti ora dovranno collaborare per immaginare un allestimento e l’organizzazione di uno spazio espositivo culturale e ulteriori eventuali attività di pubblico interesse nel quale valorizzare e promuovere il patrimonio etno-artigianale valdostano.
“Per gestire delle esposizioni temporanee l’impegno era di un certo tipo – prosegue Domaine – L’esposizione futura sarà invece stanziale. In particolare qui dovrebbe trovare spazio la collezione François Cerise, che oltre ad essere uno scultore, era anche un collezionista dell’oggettivista valdostana. Il Main cambierà sicuramente nome, perché non avrà più quella connotazione”.
Si torna, quindi, al progetto iniziale. Nell’accordo di programma stipulato tra Regione e Comune nel 1998 era stato previsto di recuperare l’immobile per destinarlo a sede del museo etnografico con esposizione permanente della collezione Cerise, composta da circa cinquemila oggetti.
Nel futuro c’è però anche il completamento di Maison Caravex, costata finora alla Regione più di 2 milioni di euro. Ne serviranno altri 4,1 milioni di euro per realizzare il deposito visitabile per la conservazione e la valorizzazione delle collezioni regionali della Soprintendenza per i beni e le attività culturali.
A lungo inserita nell’elenco delle opere incompiute, Maison Caravex era stata acquistata dall’Amministrazione di Gignod nel 1985 per farne la sede di un museo dell’arte rurale e della biblioteca comunale. Solo nel 2008 dopo un nuovo accordo di programma si inserì l’Ivat, che oggi ha deciso però di passare la mano al comune di Gignod.