Continuare nel dialogo transfrontaliero tra le Istituzioni, ma in una dimensione popolare, affinché non siano solo gli amministratori, ma anche le comunità a parlarsi, affinché la ricaduta delle azioni di cooperazione possa essere percepita concretamente da quante più persone possibile. Ecco, in estrema sintesi, il senso della prima Festa delle Alpi, tenutasi ieri, domenica 1° settembre, al Colle del Piccolo San Bernardo, luogo simbolo dei rapporti tra la Valle d’Aosta e la Savoia.
Alla sua prima edizione, l’appuntamento – organizzato dal Dipartimento della Savoia e dalla Regione Valle d’Aosta, in collaborazione con il Comune di La Thuile, la Communauté des Communes Haute Tarentaise, l’Ufficio del Turismo di La Rosière e il Comune di Séez – si è sviluppato così su una pluralità di iniziative rivolte ai visitatori, ma ha rappresentato anche l’occasione per un confronto tra eletti sulle azioni di cooperazione italo-francese.
Il Trattato del Quirinale, uno strumento strategico
Così, nell’Ospizio al colle, gli amministratori dei territori coinvolti hanno avviato la riflessione nell’ambito di due tavole rotonde. La prima ha riguardato la cooperazione transfrontaliera. Da essa è emersa, come ha sottolineato il presidente della Regione Renzo Testolin, “la necessità di approfittare di una visione maggiormente globale, perché il trattato del Quirinale ci dà una centralità importante in un momento storico particolare”.
In fatto di sinergie, il presidente Testolin ha poi tenuto a “sottolineare soprattutto il lavoro dei Sindaci” valdostani, ricordando che molti di essi “hanno lavorato molto per la cooperazione con la Francia”. Inoltre, il Presidente della Regione ha messo l’accento anche sulle vie di comunicazione: “dobbiamo condividere la necessità di raddoppiare il Tunnel del Monte Bianco, perché è una infrastruttura che deve permetterci di lavorare sempre più con le comunità francesi”.
Le sfide del futuro, l’Intelligenza Artificiale
Nella seconda tavola rotonda, in fatto di esempi concreti di progetti sui due versanti della frontiera, l’assessore agli affari europei Luciano Caveri è partito dal fatto che la Valle d’Aosta “aveva già cercato negli anni ’60 di avere una cooperazione transfrontaliera, con interventi legislativi, che sono stati però respinti dallo Stato italiano”. Uno scenario mutato nel tempo, tanto che lo strumento essenziale è “oggi il trattato del Quirinale e lo dico a sei giorni dall’arrivo in Valle del presidente Mattarella”.
Guardando alle sfide che si profilano all’orizzonte, Caveri ha posto il tema di “capire come applicare l’intelligenza artificiale alla montagna, sulle Alpi. Esiste un regolamento europeo, ma bisogna evitare che ci siano troppi limiti”. Sul futuro, l’assessore ha affermato che “non mi preoccupa questo periodo di collaborazione, ma il prossimo. Una preoccupazione legata alla nuova politica di coesione che stiamo discutendo oggi. Esiste il rischio di vedere ridotte delle risorse economiche e dobbiamo parlarne”.
La storia di un’amicizia di vecchia data
L’incontro tra amministratori è stato anche l’occasione per consegnare, al presidente del dipartimento della Savoia Hervé Gaymard, l’onorificenza di “Ami de la Vallée d’Aoste”, che gli era stata assegnata lo scorso febbraio. “Quando si fruga tra i ricordi, – ha detto, non senza commozione, dopo aver ricevuto la decorazione – ce ne sono di due tipi. Quelli a cui si riescono ad abbinare delle date e quelli che sono là da sempre. Nei miei ricordi di bambino, non posso dire di non aver conosciuto la Valle d’Aosta”. Per questo, il presidente Testolin ha parlato di “un riconoscimento che parte da lontano”.
Tanti visitatori nel villaggio della Festa
A poca distanza dall’ospizio, all’arrivo al colle, i numerosi visitatori sono stati accolti da un villaggio, allestito per l’occasione, in cui non mancavano i prodotti locali e artigianali, per celebrare l’amicizia tra la Savoia e la Valle d’Aosta nella testimonianza di “savoir faire” unici e tramandati generazionalmente. Laboratori per bambini, visite al colle e al Cromlech e alla Mansio romana, oltre all’intrattenimento musicale, erano altri ingredienti della manifestazione, che ha raccolto una buona partecipazione, malgrado alcuni piovaschi pomeridiani.
Non sono mancati, nel pomeriggio, appuntamenti di respiro culturale, con due conferenze che si sono svolte nel padiglione dell’amicizia. La prima sulla storia del colle e i suoi sentieri, mentre la seconda era dedicata allo scrittore Mario Rigoni Stern. La prima edizione della Festa delle Alpi ha incluso, inoltre, la Pass’ Pitchü, il momento celebrativo di riapertura del colle. Le simboliche chiavi del colle sono passate dal sindaco di La Thuile Mathieu Martinet Ferraris a quello di Séeez, Lionel Arpin.
Appuntamento in Piemonte nel 2025
Un gesto di amicizia in più, in una giornata dedicata al dialogo tra popoli, nel quale i due Sindaci hanno ricordato le numerose occasioni di dialogo reciproco, con il colle che diventa un luogo simbolo, una vera e propria “cerniera” tra due popoli. La prossima edizione della festa – è stato altresì annunciato – si svolgerà al colle del Moncenisio in Piemonte, rappresentato ieri dall’assessore regionale Marco Gallo.