Potrebbero partire nel 2025 i lavori per trasformare la caserma Giordana in rettorato e sede della biblioteca del nuovo Ateneo valdostano. L’intervento, il primo stralcio del secondo lotto del polo universitario, è finanziato per 16 milioni di euro.
“La progettazione dell’intervento della Giordana è in stato di avanzata predisposizione con la consegna del progetto definito” ha spiegato in Consiglio Valle l’Assessore regionale alle Opere pubbliche Davide Sapinet. Per vedere l’opera completata ci vorranno 3 anni circa. Una volta trasferito il rettorato nel nuovo polo universitario e con l’ingresso degli studenti del Liceo Classico nella nuova sede di Avenue Conseil des Commis (ex sede dello scientifico), gli spazi in via dei Cappuccini potranno ospitare gli alunni del Manzetti, la cui attuale sede sarà demolita per essere ricostruita.
Di pari passo con i lavori della Caserma Giordana si porterà avanti l’intervento, nell’area limitrofa, di realizzazione della centrale unica di fornitura di energia elettrica in media tensione e di produzione di energia (caldo-freddo) da sorgenti completamente rinnovabili. Finanziata per 6 milioni di euro dal fondo sviluppo e coesione 2021/27, la centrale servirà fra gli altri per la Biblioteca Bruno Salvadori, l’ex Palazzo Cogne e il futuro ospedale di comunità Jean Baptiste Festaz.
Rimane invece ancora da finanziare l’intervento sulla Caserma Beltricco, secondo stralcio del secondo lotto del polo universitario.
E’ invece completata la sistemazione delle aree esterne, dove si trovano anche i 200 parcheggi consegnati al comune di Aosta nel settembre 2021. Ulteriori 111 stalli, a servizio dell’Ateneo valdostano, si trovano nel parcheggio pluripiano interrat. Di questi i 34 al primo piano interrato sono ultimati e fruibili, mentre i 77 del secondo piano sono in fase di completamento.
“Se si vuole sviluppare l’università servono spazi” ha detto nella replica Stefano Aggravi. “E’ inutile altrimenti pensare a nuova corsi. Il progetto andava portato a termine anche sull’altra palazzina per evitare come oggi il nomadismo degli uffici”.