“Rinunciare alla ferrovia Aosta-Pré-Saint-Didier è una follia, oltre che in contrasto alle normative attuali. Parole della segretaria generale Filt Cgil Valle d’Aosta Cristina Marchiaro segretaria generale Filt Cgil Valle d’Aosta, a margine dell’Assemblea con i lavoratori che ha visto la presenza di Stefano Malorgio segretario generale Filt Cgil nazionale.
Nel mirino del sindacato c’è il progetto delineato nel nuovo piano regionale dei trasporti di un metrobus, in sostituzione della linea ferrovia, chiusa il 24 dicembre del 2015. La proposta prevede di realizzare un corridoio di mobilità sostenibile utilizzato in parte per concorrere a realizzare una linea Metrobus (alias BHNS Bus à Haut Niveau de Service) tra Aosta e Courmayeur e, in parte, per completare la Pista Ciclabile lungo Dora sulla tratta compresa tra Villeneuve e Pré-Saint-Didier. Gli attuali costi dell’opera oggi si aggirano a 3,5 milioni di euro a km.
“Non siamo d’accordo” scandisce Marchiaro, ricordando la legge regionale 22 del 2016 d’iniziativa popolare, arrivata dopo la raccolta firme a cui aveva aderito anche la Cgil, ma anche l’accordo quadro del 2017 tra la Regione e Rfi e il programma strategico di interventi per la ferrovia approvato dal Consiglio regionale del 2019, nonché la road map per una Valle d’Aosta fuel free. “Il piano industriale di Rfi al 2031 include la riapertura della tratta ferroviaria, tra l’altro a sue spese per un finanziamento di circa 71 milioni di euro” prosegue la segretaria regionale Filt Cgil Vda.
La contrarierà del sindacato e dei lavoratori è anche giustificata dai limiti del metrobus ipotizzato dal piano regionale trasporti. Spiega Stefano Turco: “La scelta di limitare la via privilegiata di questi autobus fino a Villeneuve, per farli poi immettere sulla statale, li affogherà sostanzialmente all’interno di un traffico già consistente, che è di tipo misto, con camion e auto privati.
L’altro aspetto riguarda la tipologia di mezzi che si vuole utilizzare che sono mezzi a nostro parere, da quanto si può desumere dal piano, mezzi costruiti ad alta capacità, con lo scopo di poter caricare molti passeggeri con una certa frequenza. Questo vuol dire utilizzare mezzi con delle caratteristiche particolari, forse anche fuori sagoma o comunque se fossero autobus urbani sarebbero snodati. In ogni caso entrambe le tipologie sono sconsigliate per le strade soggette a nevicate e ghiaccio. Il terzo elemento è di tipo infrastrutturale: per far viaggiare questi autobus, che richiedono ampi spazi di manovra, bisogna creare delle nuove infrastrutture o adeguare le esistenti, senza contare la loro manutenzione, che farebbe lievitare i costi. ”
La Filt Cgil si dice pronta ad avviare una raccolta firme per evitare la chiusura definitiva della linea.
“Adesso che stiamo elettrificando l’Aosta-Ivrea, bisogna immaginare di fare lo stesso su questo tratto per portare finalmente i turisti fino a Pré-Saint-Didier senza rotture di carico. Abbiamo una linea bellissima, che altri hanno saputo sfruttare con treni storici”.
Stefano Malorgio segretario generale Filt Cgil nazionale aggiunge: “Il tema dei treni turistici e storici non è un tema sottovalutare perché il gruppo FS su questo pezzo ha investito molto, è un settore in costante crescita che porta anche lavoro”.
3 risposte
Vogliamo la ferrovia,impariamo dalla svizzera
Bravi! Aprite gli occhi a chi continua a voler costruire castelli di carta senza saper fare i conti. Se c’è già un progetto validissimo per riaprire la tratta a spese di Rfi con molteplici vantaggi per tutta la popolazione regionale, va sostenuto! Vogliamo subire lo stesso scempio come per il trenino di Acquefredde? Tanto nessuno paga e tutti pagano?
Assolutamente d’accordo – una follia chiudere la linea