La storia di Soumalia, dal Mali all’ostello di Arpy fino al Caffé Nazionale

Soumalia Kanoute ha 25 anni, viene dal Mali ed ora è un cittadino di Aosta, lavora al Caffè Nazionale e abita con suo nipote e suo fratello che è riuscito a far arrivare in Italia regolarmente grazie alla famiglia che si è costruito anche qui.
Soumalia ad Aosta
Società

“Appena ho compiuto 18 anni sono partito dal Mali, per venire in Italia: sono sbarcato in Calabria e il giorno dopo ero a Morgex, all’ostello di Arpy. Sono Soumalia Kanoute, sono nato il 31 dicembre 1998 e sono arrivato in Italia nel 2017″. Soumalia è giovane, ha appena 25 anni, vive in Valle d’Aosta da quasi 8 anni, lavora al Caffè nazionale di Paolo Griffa ed è una persona determinata, intelligente, solare e gentile. La sua è la storia di una nuova vita, la storia di una persona che ha rischiato tutto per cercare un futuro migliore e che, con l’aiuto delle persone che ha conosciuto lungo la sua strada, ha saputo costruirselo.

Ma il percorso di Soumalia, come capita spesso in queste storie di migrazione, ha avuto un inizio tutt’altro che facile. “Nel 2016 sono partito dal mio Paese, sono passato in Burkina Faso, Niger e poi Libia. In Niger mi hanno venduto ai libici che mi hanno portato nelle loro prigioni dove sono stato 13 giorni, ma fortunatamente nel paese c’era anche mio fratello maggiore che lavorava li da anni ed è riuscito a pagarmi la cauzione subito. Poi con lui ho lavorato ancora qualche mese lì giusto per mettere da parte i soldi che mi servivano per partire, ma io ero deciso, avevo delle ambizioni e volevo assolutamente andare in Italia”.

“Siamo partiti quattro volte con le barche e le prime tre ci hanno fermati e riportati indietro. La guardia costiera libica ci prendeva e ci portava in prigione, c’erano persone che non volevano assolutamente tornare in quella situazione e cercavano di scappare. La guardia libica non si faceva troppi problemi e sparava, ho visto tante persone morire così. La quarta volta finalmente siamo riusciti a partire per l’Italia dove sono arrivato in Calabria e un giorno dopo ero ad Arpy”.

A Morgex, Soumalia è stato accolto nell’Ostello di Arpy che, dal 2011 fino al 2019, ha svolto la funzione di CAS riservando alcuni posti letto all’accoglienza migranti. “Quando Soumalia è arrivato da noi abbiamo subito notato, forse per la sua giovane età, che era molto aperto e imparava in fretta, partecipava con entusiasmo alle occasioni di integrazione dai corsi di italiano agli stage” racconta Enrico Privizzini, referente della cooperativa Co.Ser.Co. che gestisce l’ostello di Arpy.

“Oltre al corso di italiano, che tenevamo proprio da noi, c’era la possibilità di fare qualche ora di volontariato per il Comune di Morgex e avevamo avviato anche degli stage lavorativi con la cooperativa Mont Fallère. Essendo una struttura ricettiva, offrivamo ai nostri ospiti anche l’opportunità di lavorare con noi, di darci una mano per qualche ora come volontariato e Soumalia ha subito partecipato. Ha imparato l’Italiano molto in fretta e lavorando con noi ha stretto un bel rapporto con la nostra cuoca” conclude Enrico.

Ad Arpy ho trovato un’accoglienza strepitosa e poi una famiglia. Quando hanno visto che avevo imparato l’italiano e che avevo voglia di lavorare mi hanno proposto di fare un corso di barista. Sono riuscito a frequentarlo soprattutto grazie a Enrico e la sua famiglia che mi hanno comprato l’abbonamento dell’autobus e che tutti i giorni mi portavano e mi venivano a prendere a Morgex. Alla fine ho completato tre di questi corsi e ho conosciuto anche ragazzi di qua tra cui Lorenzo con cui abbiamo fatto amicizia e che mi ha aiutato a trovare il mio primo lavoro fuori dall’ostello di Arpy”.

“Dopo un’estate di lavoro all’ostello, Lorenzo mi ha proposto di andare con lui a Courmayeur dove ho lavorato per tre anni e mezzo all’Hotel Royal. Ero al bar, ma grazie a questo lavoro ho conosciuto anche lo chef Paolo Griffa. Dopo due anni ero un po’ stanco del lavoro stagionale e quindi quando Chef ha aperto ad Aosta ho deciso di seguirlo perché già ci conoscevamo bene, mi ero trovato nella sua squadra e lui mi ha promesso un posto fisso invece che un contratto a stagione”.

“Al Nazionale il mio posto è dietro il bancone del bar, ma dò una mano volentieri anche in sala quando c’è bisogno… Soprattutto in alta stagione e in estate. Quando è venuto il Presidente Mattarella ero appunto lì ad aiutare per la sala e per me è stato un onore servire il presidente della Repubblica. Quando poi hanno finito di mangiare mi sono presentato e gli ho chiesto una foto insieme, lui è stato gentilissimo, mi ha fatto i complimenti e augurato buona fortuna per il mio lavoro”.

“Ad agosto 2022 ho preso il permesso di soggiorno e sono regolare, vivo con mio nipote ad Aosta. Anche lui lavora al Nazionale e prima era con me anche al Royal di Courmayeur. Siamo arrivati in Italia insieme, ma lui era ancora minorenne ed è stato mandato a Napoli. Sono riuscito a far venire qui anche mio fratello, soprattutto grazie all’aiuto dello Chef Griffa e della famiglia del Nazionale che mi ha aiutato a compilare tutti i documenti per prendere il nulla osta per mio fratello, lo hanno assunto e fatto venire qui regolarmente.

Mio fratello è arrivato l’11 di settembre e ha iniziato adesso ad ottobre a lavorare con noi, appena avrà imparato la lingua lavorerà anche in sala. Sono davvero molto contento che sia potuto venire qui anche lui e regolarmente”.

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