Milano, 6 ago. (Adnkronos/Ign) – Sembra fosse nervoso e aggressivo negli ultimi giorni, manifestava la sua voglia di scaricarsi ‘a suon di pugni’ per dimenticare quella ragazza che lo avrebbe abbandonato. Così questa mattina è sceso in strada e, pare, dopo un tentativo di scippo, ha aggredito con violenza una donna fino ad ucciderla.
Oggi, pochi minuti dopo le 8, O. F., 25enne ucraino con la passione per il pugilato, si è chiuso alle spalle la porta dell’appartamento, in viale Gran Sasso a Milano, in cui vive con la madre. Pantaloncini e canotta, come nella classica tenuta da ring, ha camminato fino in viale Abruzzi, all’altezza del civico 74. Poche centinaia di metri, forse neanche duecento, poi la sua strada si è incrociata con quella di Emlou A., 41enne filippina. Una casualità: lei abita in un’altra zona della città e aveva appena accompagnato il figlio in piscina.
Secondo un testimone lui avrebbe tentato di strapparle la borsa e di fronte al rifiuto della donna l’avrebbe spinta contro una vetrata. In pochi minuti, a colpi di pugni, le ha sfondato il viso fino a ridurlo a una maschera di sangue. La telefonata al 113 della madre del 25enne, preoccupata per l’atteggiamento mostrato negli ultimi giorni e per quanto avrebbe potuto fare una volta fuori casa, ha anticipato solo di due minuti quella di un passante che ha dato l’allarme: “Correte, c’è un ragazzo che sta massacrando una donna”.
L’intervento tempestivo di una volante, che presidia zona Padova, insieme a quello di un altro equipaggio, ha consentito di bloccare l’aggressore, alto un metro e ottanta e dal fisico palestrato. Stava ancora colpendo quando le sirene della polizia sono arrivate. Ci sono voluti quattro agenti per ammanettarlo, un poliziotto è rimasto contuso in seguito ai calci ricevuti, mentre i soccorritori del 118 provavano a rianimare la donna. Solo dopo diversi minuti e alcuni tentativi, il cuore della 41enne ha ricominciato a battere in modo flebile, così è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Fatebenefratelli. Pochi minuti prima delle 11.30, però, è morta nel reparto di rianimazione, mentre il marito e il figlio speravano di poterla riabbracciare.
Per il giovane, piantonato all’ospedale Niguarda per le fratture alle nocche delle mani riportate nel colpire la sua vittima, è scattato l’arresto. Attualmente disoccupato, nel suo passato risulta un precedente per furto e lavori saltuari come muratore. Tra i diversi documenti medici che testimoniano la crisi depressiva di cui aveva sofferto, anche a causa delle difficoltà a ottenere il permesso di soggiorno, c’è anche un certificato medico e un tesserino della federazione che attesta la sua idoneità per salire sul ring. Un pugile agonista e forse anche un buttafuori. Nella sua stanza i poliziotti hanno sequestrato un taser, cioè una sorta di pistola che infligge una scarica elettrica, un coltello da caccia e un bilancino di precisione. Per lui, presto, si apriranno le porte del carcere di San Vittore.