Grazie a sofisticati telescopi per le microonde, è possibile studiare la radiazione elettromagnetica prodotta pochi attimi dopo il big bang e poi rilasciata miliardi di anni fa, quando l’universo si trovava nelle primissime fasi della sua evoluzione: mille volte più caldo, cinquantamila volte più giovane e un miliardo di volte più denso di oggi.
Si tratta del fondo cosmico di microonde, in inglese Cosmic Microwave Background, da cui l’acronimo CMB con cui è indicato in astrofisica e cosmologia. Per studiarlo sono stati realizzati telescopi speciali operativi nelle località più fredde della Terra come l’Antartide, oppure mandati in volo nella stratosfera e lanciati nello spazio profondo. I dettagli di questa radiazione permettono di capire la geometria, la composizione, l’evoluzione dell’universo e anche di investigare la fisica fondamentale, osservando fenomeni avvenuti in condizioni così estreme che non possono essere riprodotte in laboratorio.
Parte da queste premesse la conferenza “La luce più antica – il fondo cosmico di microonde e l’universo primordiale”, organizzata dall’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta in programma lunedì 20 gennaio alle 21, in biblioteca regionale, ad Aosta.
Durante l’incontro, Paolo de Bernardis – docente della Sapienza Università di Roma, tra i maggiori esperti di CMB a livello internazionale – descriverà la problematica scientifica del fondo cosmico di microonde e gli esperimenti più importanti, concludendo sugli interrogativi ancora aperti che riguardano la nostra conoscenza dell’universo.
L’appuntamento sarà introdotto da Jean Marc Christille, direttore della Fondazione Clément Fillietroz-Onlus che gestisce l’Osservatorio ed il Planetario di Lignan, e moderato da Matteo Calabrese, ricercatore nel polo astronomico a Saint-Barthélemy, impegnato in progetti di cosmologia resi possibili anche dal sostegno della Fondazione Crt di Torino. La partecipazione è libera e gratuita, fino ad esaurimento dei posti disponibili.