È morto Furio Colombo, era cittadino onorario di Châtillon

Colombo - giornalista, scrittore, docente universitario e politico - è morto ieri a 94 anni. L'Amministrazione di Châtillon, era cittadino onorario del Comune dal 1994, lo ricorda: "Un motivo d'orgoglio per la nostra comunità”.
Furio Colombo - Foto Facebook Capalbio Libri
En souvenir

È morto ieri, 14 gennaio, all’età di 94 anni, Furio Colombo. Giornalista, scrittore, docente universitario, deputato dal 1996 al 2001 con il Pds/Ds e dal 2008 al 2013 con il Pd, ma anche senatore dal 2006 al 2008 per L’Unione. Nel suo ruolo di giornalista, oltre a scrivere per La Stampa e La Repubblica, ha lavorato anche al New York Times e per la New York Review of Books.

Colombo – qui nella foto di Capalbio Libri – era nato il 1° gennaio 1931 a Châtillon, dove ha vissuto per i primi due anni e mezzo prima di trasferirsi con la famiglia a Torino. E proprio nel Comune della Media Valle, nel 1994, era stato insignito della cittadinanza onoraria.

E proprio l’Amministrazione di Châtillon, ed il sindaco Camillo Dujany, esprimono il proprio cordoglio: “Intellettuale poliedrico e figura di spicco del giornalismo italiano, iniziò la sua carriera con una precoce laurea in giurisprudenza a Torino. È stato protagonista della vita culturale italiana fin dagli anni Cinquanta, quando collaborò con personalità del calibro di Umberto Eco, Gianni Vattimo e Piero Angela nella realizzazione di programmi culturali Rai”.

“La sua produzione giornalistica è stata accolta da La Stampa, la Repubblica e il New York Times – si legge ancora nel ricordo di Furio Colombo –. Oltre che giornalista, è stato saggista e romanziere, docente alla Columbia University e Berkeley, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, manager di Adriano Olivetti e chairman del gruppo Fiat. La sua ultima intervista a Pier Paolo Pasolini, pubblicata il giorno prima della tragica morte dello scrittore, rimane una fra le pagine più intense del giornalismo italiano. Sul piano politico, ha ricoperto incarichi di rilievo come deputato e senatore, distinguendosi per il suo impegno nel riconoscimento del Giorno della Memoria. Con la sua scomparsa, Châtillon e la Valle d’Aosta perdono non solo un figlio illustre ma un esempio di come le radici montane possano nutrire una vita di successi internazionali senza mai essere dimenticate”.

“Il suo legame con le radici valdostane, mai dimenticato nonostante una vita vissuta tra l’Italia e gli Stati Uniti, ha sempre rappresentato un motivo d’orgoglio per la nostra comunità”, ha commentato il Primo cittadino Dujany.

Una risposta

  1. Un commentatore della realtà sempre molto lucido che mi faceva piacere leggere o ascoltare, mai noioso mai retorico.

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