“The Flats” della regista valdostana Alessandra Celesia in lizza per i David di Donatello

Il film, che rievoca il conflitto nordirlandese, è tra i quindici titoli candidati per il Miglior Documentario. In concorso, nella sezione Miglior cortometraggio, anche "Nakay" dell'aostano Fabio Cento, ispirato alla mitologia azteca.
THE FLATS di Alessandra Celesia
Cultura

Due registi valdostani si fanno strada tra i candidati ai David di Donatello 2025. Nella sezione “Miglior documentario” compare “The Flats” di Alessandra Celesia, un’opera che affronta il peso dei traumi lasciati dal conflitto nordirlandese, mentre tra i cortometraggi selezionati figura “Nakay: Gold & Blood”, diretto dall’aostano Fabio Cento, ispirato alle superstizioni e ai miti aztechi. Entrambi i titoli sono ora in corsa per entrare nella rosa finale dei premi più prestigiosi del cinema italiano.

“The flats” di Alessandra Celesia

Il film diretto Alessandra Celesia, scelto tra i 153 documentari iscritti al concorso, affronta il tema dal conflitto nordirlandese. La pellicola è ambientata a New Lodge, un quartiere cattolico e working class di Belfast, dove il protagonista Joe rievoca, in un appartamento, le drammatiche esperienze vissute negli anni ’80. Insieme a lui ci sono Jolene, Sean e Angie che condividono questo processo collettivo di rivisitazione delle storie di violenza che hanno plasmato le loro vite.

Alessandra Celesia, originaria della Valle d’Aosta, ha studiato teatro a Parigi, frequentando le scuole di Philippe Gaulier e Jacques Lecoq. Dopo aver lavorato come attrice e regista in tutta Europa, si è dedicata alla regia cinematografica e documentaristica. A fine 2022 ha debuttato ad Aosta con Licheni, produzione teatrale della sua compagnia Curious Industries. Il suo più recente lungometraggio, La meccanica delle cose (2023), sostenuto da Film Commission Vallée d’Aoste, è stato presentato al Torino Film Festival e agli États généraux du film documentaire di Lussas.

Ora, spetterà alla Giuria dell’Accademia del Cinema Italiano scegliere tra i 15 documentari selezionati la cinquina di finalisti, per poi decretare a maggio il vincitore del David di Donatello, premio che dal 2021 è dedicato alla memoria della regista Cecilia Mangini.

“Nakay” di Fabio Cento

Nella sezione Miglior cortometraggio è stato selezionato “Nakay: Gold & Blood”, opera diretta e prodotta dal regista aostano Fabio Cento. Il titolo prende spunto dal termine ñakay, un’antica parola di una lingua nativa americana che significa “augurare una sventura o maledire qualcuno”.

Il corto, che rappresenta il primo capitolo di una saga, si ispira alle superstizioni e alle credenze azteche. La trama, infatti, ruota attorno alla profanazione di una reliquia sacra, il “Teschio Proibito”. Il film della è stato scritto e diretto da Fabio Cento e prodotto da Charles Pellissier e Mattia Baricca (prod. Oniros Films), con la collaborazione alla sceneggiatura di Marco Ventura.

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