“Questo è un momento che fa da spartiacque”. Così si è aperta la conferenza di ieri, giovedì 20 Marzo, a Villa Michetti a Pont-Saint-Martin, in una sala piena di curiosi. Uno spartiacque tra quello che è stato l’avvio del progetto di valorizzazione del Castello dei Signori, con sopralluoghi, studi e una prima messa in sicurezza del sito (a cura del Comune), e la seconda fase (che vedrà centrale il sostegno della Regione).
Protagonisti della serata sono stati il sindaco di Pont-Saint-Martin Marco Sucquet, la sovrintendente ai beni culturali Laura Montani, l’archeologo Gabriele Sartorio, il progettista delle strutture, l’ingegnere Daniele Monaya, e l’archeologa Laura Maffei.
Un castello diroccato ma mai abbandonato
Centrale è stata la parte di analisi e studio della struttura nella prima fase del progetto, come ha spiegato la sovrintendente Montani. Se fino a questo momento non conoscevamo con precisione la storia del sito, “oggi è stato possibile intraprendere degli studi e delle ricerche che hanno dimostrato che già prima del 1200 esistessero dei segni di antropizzazione”.
L’archeologo Sartorio ha quindi spiegato siano stati ritrovati frammenti che fanno presupporre un utilizzo del sito antecedente perfino alla presenza romana sul territorio. La struttura che si può osservare oggi è quindi frutto di continue modifiche apportate nel corso dei secoli, partendo dall’utilizzo nella sua chiave signorile tra il XIII e il XV secolo, con aggiunte e modifiche strutturali che la hanno portata ad essere utilizzata perfino come accampamento per pastori, arrivando infine alle tracce di restauro tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Malgrado l’evidente stato di degrado che si è trovata davanti la squadra occupatasi di questa prima fase, è stato subito chiaro come malgrado tutto il castello non fosse mai stato realmente abbandonato.
Uno sguardo al passato per comprendere il futuro
Dagli albori del progetto di riqualificazione, che risalgono al 2010 e avevano come obiettivo la fruizione pubblica del sito e la conservazione delle rovine, oltre ad una serie di studi di tipo archeologico sono state attuate varie iniziative per avvicinare nuovamente la comunità al castello, mirando a renderlo un luogo di ritrovo.
Conclusa la prima fase, avrà inizio a breve il prossimo intervento che si concentrerà maggiormente sulla parte palaziale, con la messa in sicurezza delle murature e la predisposizione per un percorso di visita al primo piano, con l’ausilio di passaggi in acciaio zincato. Un intervento che non mira ad un restauro, ma alla conservazione e al recupero di ciò che già esiste.