Valle Virtuosa, Legambiente VdA e Agricoltura Biologica e Biodinamica esprimono preoccupazione per il possibile utilizzo di glifosato nell’agricoltura valdostana.
In questi giorni di primavera, percorrendo le strade che attraversano comuni come Gressan, Jovençan, Aymavilles e altri della Plaine, si osservano scenari agricoli che sollevano interrogativi sull’effettiva sostenibilità di alcuni vigneti e frutteti.” scrivono le associazioni, richiamando in particolare “l’attenzione sull’eventuale utilizzo di diserbanti chimici in zone vocate alla produzione agricola di qualità, spesso presentata come “naturale” e “tradizionale””.
“Sorge quindi il dubbio che, tra le sostanze impiegate, venga ancora utilizzato il glifosato, erbicida classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “probabile cancerogeno”. – prosegue la nota delle associazioni – Nonostante le numerose contestazioni sollevate dalla comunità scientifica e dalle associazioni ambientaliste, il glifosato continua a essere l’erbicida più diffuso al mondo, con effetti nocivi documentati sulla salute dei lavoratori agricoli, dei residenti, dei consumatori e sull’ambiente in generale”.
Valle Virtuosa, Legambiente VdA e Agricoltura Biologica e Biodinamica chiedono quindi alle autorità competenti se sono state effettuate “analisi a campione sulle coltivazioni presenti in questi territori per escludere l’utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose per la salute pubblica?” e se “esistono verifiche volte a escludere contaminazioni dei raccolti, dei terreni e delle falde acquifere nelle aree agricole che mostrano segni evidenti di trattamenti chimici?”.
Ricordando la mozione approvata nel 2019 in Consiglio regionale, con cui si chiedeva al Governo regionale di concordare con i Comuni azioni concrete per vietare l’uso del glifosato sul territorio valdostano, le tre associazioni evidenziano come alcuni comuni, fra cui Aosta, Champorcher e Pontboset, abbiano già adottato provvedimenti in tal senso.
“La presenza crescente di agricoltori orientati verso metodi biologici testimonia che un’alternativa più sostenibile è non solo praticabile, ma già realtà. – concludono le associazioni – La salvaguardia della salute, dell’ambiente e della qualità delle produzioni locali deve costituire un impegno condiviso e prioritario per istituzioni, comunità e operatori del settore”.
Una risposta
Se le associazioni ambientaliste si guardassero un po’ intorno scoprirebbero dei Moloch antenne 5 G in giro x la plaine . Il glifosati è la punta dell iceberg.