Da un lavoro di squadra dello IED nasce “Rapida”, la concept car del domani

La concept car è nata dal lavoro di squadra di studenti del master in “Transportation Design” dell’Istituto Europeo di Design di Torino, costituita da ragazzi di diversi Paesi, tra cui l'Italia in sei mesi di lavoro gomito a gomito. E cosa chiedono questi giovani all’auto? Sportività e attenzione alla spesa.
Rapida
Gioie e Motori

I Millennials salgono in cattedra. Finalmente. Perché è a loro, ai loro gusti e soprattutto alle loro necessità che le Case automobilistiche devono iniziare a guardare. In un contesto critico come l’attuale, anche al netto delle vicende dei dazi che peraltro stanno erodendo la complessa ossatura dell’automotive. Una necessità impellente della Generazione Z riguarda il contenimento dei costi di accesso. Per il resto, si scopre che gli aspetti fondamentali non sono troppo cambiati rispetto alle generazioni che l’hanno preceduta.

Questo opportuno preambolo, per trattare di “Vision Rapida”, una concept car nata dal lavoro di squadra di studenti del master in “Transportation Design” dell’Istituto Europeo di Design di Torino. Una squadra costituita da ragazzi provenienti da diversi Paesi, India (Megh Bhatt, Tanmay Virendra Chillal, Sheil Himanshu Joshi, Sarthak Kanojia, Gautham Molakkaparambil Madhu, Pavan Naryana Swamy, Varun Narendra), Cina (Siu Fung George Lau, Y Shao), Argentina (Santiago Espindola), Ucraina (Oleksandr Polatai), Spagna (Jorge Garcìa del Rìo), Serbia (Sara Krsmanovic), Indonesia (Alexander Hansen Purnama), Perù (Felipe José Rey Barberi), Taipei (Chang-Chun Ma), Canada (Manik Sharma) e ovviamente Italia (Marina Cerfeda, Marica Flagiello, Matteo Pagano, Francesco Raffaele, Alessandro Ravedati), sotto la sapiente guida di Michele Albera. E in collaborazione con Italdesign, la celebre creatura di Giorgetto Giugiaro, oggi di proprietà di Volkswagen.

Sei mesi di lavoro gomito a gomito. Cosa chiedono questi giovani all’auto? Sportività e attenzione, appunto, alla spesa, reinterpretando la prima secondo canoni attuali e sintonici. E poliedricità: performance ma coniugata all’utilizzo quotidiano. È, se vogliamo, l’eterno tentativo di conciliare ciò che appare in thesi inconciliabile.

Il look di “Vision Rapida”, prototipo in scala 1/1, si fonda su un approccio che definiremmo classico: linee pulite, temperate dall’andamento a cuneo a fendere l’aria, dalle concavità importanti sulle fiancate che portano alla rastremazione in prossimità dell’asse posteriore, con il muso asciutto ma gradevole. “Freedom and fun”, realizzato dai giovani per i giovani, questo il claim.

Una fastback “due più due”, come già si diceva tanti anni fa, tre porte, versatile, agile nel traffico, in una parola equilibrio e prezzo abbordabile, questo l’obiettivo. “Vision Rapida”, sembra di capire, intende riprendere un fil rouge che si è un po’ interrotto e che invece aveva fatto sognare: era il segmento delle piccole sportive, particolarmente amato dai giovani – ma non solo – perché consentivano la giusta adrenalina, erano accattivanti nel design e con qualche sacrificio erano alla portata di molti.

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