Con la Vuelta Paolo Mei firma la sua personale “Tripla Corona” dei Grandi Giri ciclistici

Lo speaker valdostano sarà la voce delle tappe italiane del giro spagnolo. “Sogno una partenza da Aosta del Tour de France”.
Paolo Mei Tour de France
Sport

Solo sette ciclisti nella storia hanno potuto metaforicamente indossare la Tripla Corona, ossia l’aver vinto i tre Grandi Giri: Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador, Vincenzo Nibali e Chris Froome. In un certo senso, tra pochi giorni anche Paolo Mei potrà fregiarsi della sua personale Tripla Corona, un riconoscimento probabilmente unico.

Quindici anni come speaker del Giro d’Italia (oltre che di tante altre manifestazioni importanti, non ultima la Coppa del Mondo di sci di fondo nella sua Cogne), l’anno scorso la grande esperienza al Tour de France e quest’anno la Vuelta a España che, per ricordare Angelo Conterno (primo italiano a vincerla), ha scelto il Piemonte come sede della grande partenza e delle prime quattro tappe: la Venaria Reale – Novara sabato 23 agosto, seguita dalla Alba – Limone Piemonte, San Maurizio Canavese – Ceres, e Susa – Voiron (in Francia).

La scelta dello speaker, ça va sans dire, è ricaduta proprio sul valdostano. “Sono felicissimo, credo che nessuno abbia mai fatto lo speaker in questi tre Grandi Giri, anche perché non capita tutti i giorni che Tour e Vuelta partano dall’Italia, anzi: è un’occasione più unica che rara. Questo per me è motivo di felicità e orgoglio”, racconta Paolo Mei.

La nuova avventura inizierà giovedì 21 agosto a Torino con la Teams presentation – “per me la parte più bella in assoluto” – per poi proseguire nelle tappe piemontesi, ma Paolo Mei non è preoccupato: “A tutti gli effetti è una nuova sfida, ma che affronto con esperienza e consapevolezza e posso quindi godermi di più rispetto a quando muovevo i primi passi in questo mondo”.

Un periodo professionalmente denso per lui, che potrebbe ricevere un ulteriore riconoscimento con i Giochi Olimpici di Milano – Cortina, che l’anno scorso aveva avuto il suo apice con lo speakeraggio al Tour de France nelle tappe italiane: “È andata benissimo, c’era tantissima gente e grande entusiasmo, un’esperienza che mi è servita per crescere e migliorarmi dal punto di vista personale, scoprendo nuove realtà e nuovi modi di lavorare”, ricorda Mei.

Se al Giro d’Italia molto si gioca sull’intrattenimento, sulla musica, e sull’affinità tra DJ e speaker, i francesi preferiscono puntare sui contenuti video: “Non avrei mai pensato di riuscire senza un DJ, invece lì ho capito che si possono fare lo stesso tante cose ed essere performanti sul palco”. Un’esperienza da cui è nato anche un bel rapporto con lo speaker ufficiale del Tour, Marc Chauvet, con il quale si scambiano ancora messaggi e consigli.

Di sicuro, il Tour de France ha offerto uno spaccato ineguagliabile sul mondo del ciclismo: “Ho potuto toccare con mano la grandeur francese, un’organizzazione straordinaria in tutto. A loro ruberei l’idea di avere il palco della presentazione degli atleti con tre rampe, per farli salire e scendere in bici, con maxischermi e ledwall in quattro punti diversi e la discesa direttamente nel villaggio”.

Da anni si parla di portare questa grandeur anche in Valle d’Aosta: i contatti sono avviati da tempo, ma una tappa valdostana resta un sogno: “Credo che molto presto si avvererà”, profetizza Paolo Mei. “L’interesse per il grande ciclismo nella nostra regione cresce sempre di più, anche a livello femminile, ed è un obiettivo realizzabile. Quest’anno ci sono stati tanti grandi eventi che hanno comportato spese importanti, ma credo che Giro e Tour siano due vetrine che sorpassano tutti gli altri eventi: ci sono 58 Paesi collegati per il Giro d’Italia, e addirittura 192 al Tour de France. Il mio sogno sarebbe avere almeno una tappa con partenza da Aosta e presentazione al Teatro Romano ed il giro del Monte Bianco in uno dei due versi: abbiamo le montagne più belle d’Europa, potremmo avere dei passaggi e degli arrivi da favola”.

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