Manca ancora un mese alla fine dell’estate, ma tra il caldo estremo, la mancanza di precipitazioni e una variabilità marcata, possiamo iniziare a leggere la situazione climatica nella nostra regione e farci un’idea di che cosa ci aspetta nei prossimi mesi. A metà giugno, le previsioni sul clima estivo dell’Arpa dicevano che ci saremmo dovuti aspettare un’estate molto calda con variazioni della temperatura media tra 1 e 2 gradi, e che le precipitazioni sarebbero state sotto la media.
Come testimoniano le rilevazioni compiute sul ghiacciaio del Ruitor, compiute da Arpa Valle d’Aosta, lo stato del ghiacciaio è preoccupante: la quantità di ghiaccio persa al 6 agosto corrisponde all’intera stagione di ablazione 2023-24, con una perdita di spessore di 4 metri alla fronte del Ruitor.
Ne abbiamo parlato con Gianluca Filippa, scienziato ambientale nella sezione acque di Arpa VdA. “Se andiamo a guardare qual è lo stato di fusione dei ghiacciai – con l’esempio del Ruitor – osserviamo ora uno stato che in genere si verifica alla fine della stagione. Per quanto riguarda la fase di accumulo nivale in quota – che era nella media all’inizio stagione – quest’anno anche la fusione della neve si è svolta in modo molto più rapido e al 1° luglio eravamo molto sotto la media per la stagione”. Inoltre, la quasi assenza di precipitazioni estive e le alte temperature anche in quota non hanno permesso accumuli nel periodo estivo.
Una condizione che comporta carenza di acqua e l’erosione sempre più intensa delle nostre riserve idriche, per non parlare del rischio idrogeologico che la scomparsa di ghiacci perenni sta provocando. “La portata dei torrenti è un altro fattore importante da considerare dato che ci parla di quanta acqua rimane nelle riserve in alta quota. Prendiamo i dati dell’idrometro del Centro Funzionale regionale posizionato ad Hône sulla Dora Baltea: nel 2025 siamo stati nella media dalla primavera fino ad inizio luglio quando c’è stato un calo legato proprio alla mancanza di precipitazioni. Un calo vertiginoso che ci pone non solo al di sotto della media, ma anche al di sotto della variabilità annuale”.
I dati raccolti dall’Arpa confermano quindi un’estate che sta lasciando segni profondi sul territorio valdostano. Con un mese ancora da affrontare, le prospettive non sembrano indicare un’inversione di tendenza. Ma per tirare conclusioni definitive sull’estate 2025 dobbiamo aspettare ancora fino alla fine di settembre. Una cosa è certa: se le previsioni degli scienziati si stanno facendo sempre più accurate, non c’è da aspettarsi un’inversione di tendenza.
2 risposte
I bacini di accumulo evitano le piene quando ci sono i diluvi e fanno passare meglio i periodi di siccità
E i famosi bacini di accumulo delle acque piovane dove sono ? E poi tutti a pingere quando l’acqua non c’è! Sono anni che si sa che ci saranno periodi molto siccitosi, si faccia qualcosa prima di doverlo fare in emergenza