Femminicidio di La Salle, disposta una perizia psichiatrica su Teima

A disporla, oggi, la Corte d’Assise. Sarà il dottor Cargioli, della Psichiatria di Aosta, a condurre la perizia su Sohaib Teima, il 23enne originario di Fermo accusato di aver ucciso Aurianne Laisne, occultandone poi il cadavere nella cappella dell’Equilivaz, a La Salle.
Sohaib Teima fuori dal tribunale di Aosta
Cronaca

Una nuova perizia, per “accertare se l’imputato sia in grado di partecipare al processo, se fosse capace di intendere e di volere al momento della commissione dei fatti e, in caso negativo, se sia socialmente pericoloso”.

A disporla, oggi, 17 settembre, la Corte d’Assise. Sarà il dottor Francesco Cargioli, della Psichiatria di Aosta, a condurre la perizia su Sohaib Teima, il 23enne originario di Fermo – nelle Marche – accusato di aver ucciso Aurianne Laisne, occultandone poi il cadavere nella cappella dell’Equilivaz, a La Salle, dove era stata trovata il 5 aprile 2024.

Una richiesta arrivata dai banchi della difesa di Teima, rappresentata dagli avvocati Tommaso Calabrò e Lucia Lupi: “Riteniamo che l’accertamento sulle condizioni cliniche dell’imputato siano un segno di civiltà giuridica – aveva detto Calabrò in aula –. Questo non significa dichiaralo incapace di intendere e di volere, ma per una corte che deve decidere su fatti così gravi serve la certezza che non ci sia un vizio di mente. Oggi ancora di più, la richiesta viene reiterata e rinnovata dopo quanto detto da professor Freilone, che ha spiegato come serve un’ulteriore esplorazione”.

Poco prima, infatti, è stato chiamato a testimoniare il professor Franco Freilone, docente di Psicopatologia Clinica e Forense e Criminologia Clinica all’Università di Torino, incaricato dalla difesa.

Il professor Franco Freilone al processo Teima
Il professor Franco Freilone al processo Teima

Il suo compito è stato quello di visionare la documentazione dopo i colloqui dell’imputato con un’esperta di valutazioni neuropsicologiche. Freilone ha spiegato: “Ho cercato di vedere se ci fossero elementi clinici nella storia clinica del signor Teima. Ho valutato se ci fossero e se avessero una potenzialità forense. Ma non ho esaminato il periziando. Alla luce di questo si riscontra una situazione di disagio psichico. Il test MMPI-2 prevede una serie di elementi valutativi, sia diagnostici sia di modifiche volontarie del proprio profilo. Emerge una problematica psichica su un disturbo grave di personalità”.

“Dal diario clinico della casa circondariale di Torino non si evidenzia una psicopatologia peggiore, ma ad un certo punto un disturbo della personalità – ha aggiunto –. È presente un profilo di disagio psichico rilevante. E gravi disturbi di personalità possono avere una rilevanza forense su un profilo di eventuale pericolosità sociale. Tutti gli elementi raccolti fanno sì che sia utile un approfondimento psichiatrico, penso sia il presupposto per valutazione un’eventuale pericolosità sociale”.

L’udienza per conferire l’incarico al dottor Cargioli è fissata per il prossimo 13 ottobre.

L’udienza di ieri

Il processo Teima ad Aosta
Il processo Teima ad Aosta

Stando ad una consulenza medico-legale presentata dalla difesa di Teima, il corpo di Laisne sarebbe stato spostato tra le 12 e le 16 ore dopo il decesso.

Le nuove considerazioni sono emerse durante l’udienza di ieri – 16 settembre – davanti alla Corte d’Assise di Aosta, dove è stato ascoltato Lorenzo Varetto, il medico legale incaricato dalla difesa, che si è soffermato in particolare sull’analisi delle macchie ipostatiche, ovvero i ristagni di sangue che si formano post mortem, in corrispondenza delle parti del corpo rivolte verso il basso.

“Sappiamo che il cadavere è stato ritrovato rannicchiato sul fianco sinistro – ha chiesto l’avvocata Lupi, che assiste Teima –. Secondo lei le macchie ipostatiche in una persona posizionata sul fianco sinistro si dovrebbero trovare nel dorso come indicato dal dottor Testi (ovvero il medico legale consulente della Procura, ndr.) o in un’altra parte del corpo?”.

Varetto ha spiegato che se un cadavere è posizionato sul fianco sinistro – come nel caso della vittima – le macchie ipostatiche dovrebbero concentrarsi proprio su quel lato. Se invece, come indicato dal consulente della Procura, il corpo presentava scarse macchie dorsali fisse, ciò suggerirebbe che la posizione originaria del cadavere fosse differente, e che il corpo sia stato spostato una volta che le macchie si erano già fissate. Processo che – secondo il medico legale – si compie generalmente entro 12-16 ore dalla morte, “tendenzialmente non oltre le 15”.

Alla domanda dell’avvocata Lucia Lupi se ciò implicasse uno spostamento successivo al fissarsi delle macchie dorsali, Varetto ha risposto: Non vedo altre spiegazioni.

 

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