Tre ipotesi per il raddoppio selettivo dei binari tra Aosta e Torino

Dalla collaborazione tra Rfi e le Regioni Piemonte e Valle d'Aosta sarà redatto un documento delle alternative progettuali per una linea più veloce e con meno disagi. Scatterà poi la fase della ricerca dei finanziamenti e della progettazione.
Raddoppio binari da sinistra Rabino Bertschy Vantore e Gabusi
Società

Mentre i lavori per l’elettrificazione della ferrovia tra Aosta e Ivrea procedono “secondo i piani”, si pensa a quella che l’assessore regionale ai Trasporti, Luigi Bertschy, chiama la “fase due”: il raddoppio dei binari in alcuni tratti del percorso che unisce il Piemonte con la Valle d’Aosta. Uno studio portato avanti da Rfi e dalle due Regioni, grazie al protocollo d’intesa siglato un anno fa, ha portato ad individuare tre possibili scenari di raddoppio selettivo della linea che faranno parte di un documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) che, come ricorda l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, “è la base per un progetto e un finanziamento”. L’obiettivo? “Un traffico non solo più veloce ma più costante e con meno disagi”, aggiunge.

Ad illustrare le tre alternative – nel pomeriggio di oggi, venerdì 25 settembre, durante una conferenza stampa nel Municipio di Ivrea alla presenza dei due assessori e del sindaco, Matteo Cantore – è stato Michele Rabino, responsabile di Rfi Strategie area nord ovest. La prima ipotesi prevede un nuovo servizio ferroviario che parte da Montalto Dora arriva a Ivrea e andrebbe nel nodo di Torino, sostituendo l’attuale Novara-Ivrea, senza più il cambio di treno a Chivasso. Per realizzarla sono necessari dei raddoppi selettivi tra Borgofranco, Montalto Dora e Ivrea e tra Caluso e Chivasso, a cui si aggiunge la creazione della bretella est di Chivasso che “supera il concetto della lunetta di Chivasso di cui si è parlato per tanti anni perché consentirebbe ai treni che arrivano dalla Valle d’Aosta di entrare nella stazione di Chivasso e andare a Torino senza la necessità del cambio banco, accorciando i tempi”, spiega Rabino.

Più “light” il secondo scenario, che prevede tre raddopi dei binari: tra Verrès e Hône-Bard, Settimo e Ivrea, Mercenasco e Caluso. L’ultima ipotesi è un “mix delle due precedenti e probabilmente darà più benefici”, prosegue l’ingegnere di Rfi. Comprende il servizio ferroviario previsto nel primo scenario, ma da Ivrea a Torino, in sostituzione della tratta Novara-Ivrea e senza cambio a Chivasso, la realizzazione della bretella est di Chivasso e i raddoppi tra Verrès e Hône-Bard, tra Settimo e Ivrea e tra Caluso e Chivasso. “Questo scenario darà una velocizzazione importante ai regionali veloci che fanno Torino-Aosta rispetto agli altri due scenari”, dice Rabino.

Per arrivare all’individuazione dei tre scenari, “c’è stato un grosso lavoro di Piemonte e Valle d’Aosta per definire i movimenti interni e tra le due regioni, i volumi e un possibile ragionamento sul traffico merci. – prosegue il tecnico – Ottenuti questi dati è stato definito il quadro delle esigenze – il primo step per redigere il documento di fattibilità delle alternative progettuali – che ha permesso a Rfi di redigere delle ipotesi di scenari di esercizio. Calando la domanda sui treni abbiamo individuato dove è necessario fare dei raddoppi”. Ancora nessuna ipotesi sui costi. Sarà il DocFab a definirne una prima stima e a studiare il possibile arrivo in Valle d’Aosta dei treni Intercity o Frecciarossa. Una volta terminato, il documento sarà condiviso con le due Regioni e con il ministero alle Infrastrutture per la successiva fase di finanziamento che “può comprendere solo la progettazione o la progettazione e la realizzazione”.

“Nel terzo scenario, l’intervento sulla zona di Chivasso potrebbe portare a un risparmio di tempo di 10 minuti e oltre – spiega il sindaco Cantore -. Parliamo di 45 minuti per percorrere la tratta Ivrea-Torino. Un cambio di passo notevole”. Con il documento di fattibilità della alternative progettuali “avremo un’idea più specifica sul come, dove e quando e sui costi per poi andare dai ministeri competenti per perorare la causa di un territorio che aspetta quest’opera da troppo tempo”.

“Con l’assessore Gabusi abbiamo superato il primo ostacolo che nel tempo si è presentato tra la Valle d’Aosta e il Piemonte, che è la capacità di vedere la ferrovia come un bisogno di un territorio che si sviluppa in Piemonte e in Valle d’Aosta, ma che deve dare delle chance alle popolazioni. – dice Bertschy – Ora siamo in una fase di prospettiva che aveva bisogno di un interessamento forte della Regione Piemonte per essere sostenuta”.

E aggiunge: “Significa pensare all’ammodernamento definitivo di della ferrovia una volta elettrificata. Sappiamo bene che il problema oggi è, soprattutto nella tratta piemontese, l’impossibilità di dotarla di maggiori tracce. Abbiamo bisogno di maggiori capacità di trasporto e quindi poter realizzare in alcuni tratti dei raddoppi che saranno anche costosi ma permetteranno di potenziare i servizi in via definitiva”, sia per il turismo che per le imprese.

Una “collaborazione politica” che dovrà continuare ad essere forte anche nella ricerca dei finanziamenti perché “difficilmente quest’opera potrà essere finanziata per una sola Regione”, conclude Bertschy. È d’accordo l’assessore Gabusi, secondo cui “il grande passo in avanti fatto da queste due Regioni è stato di servire l’utenza come un territorio unico”.

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