Quattro anni senza Nino Vaccarella, il “Preside Volante”

Il 23 settembre di quattro anni fa, nella sua Palermo, ci lasciava a ottantotto anni Antonino Vaccarella, per tutti “Nino”, uno dei maggiori interpreti delle gare di durata degli anni sessanta del secolo scorso, l’epopea ruggente dell’Endurance.
Nino Vaccarella
Gioie e Motori

Il 23 settembre di quattro anni fa, nella sua Palermo, ci lasciava a ottantotto anni Antonino Vaccarella, per tuttiNino”, uno dei maggiori interpreti delle gare di durata degli anni sessanta del secolo scorso, l’epopea ruggente dell’Endurance.

E data cinquant’anni fa, il 20 luglio 1975, la sua ultima apparizione in gara, alla “Targa Florio”. Che vince in coppia con Arturo Merzario sulla Alfa Romeo 33 TT 12, precedendo Armando Floridia – “Amphicar” su Chevron B26.

Vaccarella – Merzario compiono gli otto giri del Piccolo circuito delle Madonie (settantadue chilometri) in poco meno di cinque ore, lasciando l’equipaggio secondo classificato a quasi venti minuti. Il nome del grande Nino è legato indissolubilmente alla “Targa”, che aveva già conquistato nel 1965, con la Ferrari 275P assieme a Lorenzo Bandini, e nel 1971 affiancato da Toine Hezemans, con la Alfa Romeo 33/3.

Vaccarella coglie in carriera risultati eclatanti, come tra poco vedremo, ma vuoi mettere i trionfi nella “Cursa”, nella sua Sicilia e davanti a suoi tifosi ed estimatori in delirio.

Era detto “Il Preside Volante”, in quanto titolare della scuola privata di famiglia, ed aveva iniziato con le gare in salita, “Passo di Rigano – Bellolampo” e “Monte Erice”. Lo nota Giovanni Volpi di Misurata, che ha appena dato vita alla Scuderia “Serenissima”: il Conte lo iscrive al Campionato Mondiale di Formula Uno per alcuni Gran Premi nel 1961 e nel 1962: le macchine sono De Tomaso, Lotus e Porsche.

Con la Ferrari sarà ancora al via a Monza nel 1965. Ma è con le ruote coperte che per “Nino” arrivano le soddisfazioni più grandi. A parte la “Targa Florio”, come pilota ufficiale della Ferrari comincia la stagione 1964 agguantando la piazza d’onore alla “12 Ore di Sebring”, con Lodovico Scarfiotti.

Quel 1964 è un anno magico. Con “Lulù” si aggiudica la “1000 Km del Nürburing” e dopo tre settimane vince la “24 Ore di Le Mans”, dividendo l’abitacolo con Jean Guichet, la macchina è la “275P”.

L’anno si conclude con l’iride Endurance Ferrari. Gli ultimi ruggiti ad inizio anni settanta. Nel 1970 Vaccarella si prende, con Mario Andretti e Ignazio Giunti, la “12 Ore di Sebring” a bordo della controversa Ferrari “512 S”, ed è secondo, con Giunti, alla “1000 Km di Monza”.

Vaccarella è anche il miglior interprete della Ferrari “512 M”, la macchina che il Drake aveva voluto per ovviare alle criticità della “S”. Alla “24 Ore di Le Mans” del 1971, con un esemplare portato in gara dalla scuderia privata “Montjuich” va addirittura in testa, superando le pressoché imbattibili Porsche “917”, schierate in veste ufficiale, e dilatando il vantaggio fino al doppiaggio.

L’avventura, condivisa con lo spagnolo José Maria Juncadella, termina sfortunatamente con la rottura del cambio. Nel 1972, ancora un quarto posto alla maratona della Sarthe, sulla Alfa Romeo “33 TT 3”, in coppia con Andrea de Adamich.

Una risposta

  1. Bellissimo ricordo di un grande pilota. Probabilmente oggi le gare di endurance hanno più senso delle gare di F1.

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