Viviamo immersi in un mondo digitale, in cui i dispositivi, primo fra tutti lo smartphone, sono nostre estensioni: navighiamo, interagiamo, facciamo ricerca online, scrolliamo contenuti, guardiamo video. Ma cosa c’è dietro ogni clic in termini di costi per il pianeta?
Questo il nocciolo dell’incontro di ieri sera presso la Biblioteca Regionale Bruno Salvadori di Aosta, in cui la fisica e docente universitaria Giovanna Sissa ha presentato il suo volume “Le emissioni segrete. Come l’universo digitale contribuisce al riscaldamento globale” (Il Mulino, 2024). La tesi è chiara: in un mondo in cui la tecnologia è sempre più complessa e presente, la produzione, l’uso e lo smaltimento di dispositivi e apparecchiature digitali hanno un impatto sull’ambiente.

Ogni azione digitale comporta un consumo energetico
Nel suo volume, la fisica ha studiato sia la pervasività del digitale nella vita quotidiana, sia la crescente complessità dei materiali che compongono i dispositivi. “Oggi il 70% degli abitanti sulla terra ha un abbonamento telefonico, quasi il 70% utilizza Internet, le identità dei social media sono 5 miliardi, pari a oltre il 60% per cento della popolazione mondiale. Gli smartphone in uso nel mondo sono circa 7 miliardi. Nel 1960, un telefono conteneva 10 elementi chimici, nel 1990, 27, oggi oltre 65, più della metà della tavola periodica”, ha detto l’autrice.
“Tutto ciò che costituisce l’universo digitale contribuisce al riscaldamento globale, all’inquinamento e al depauperamento delle risorse limitate” – ha affermato Sissa. Ogni richiesta dell’utente mobilita infatti i tre sistemi che compongono l’universo digitale: i dispositivi utente (smartphone, videogiochi, laptop, telecamere), le infrastrutture di rete che costituiscono internet (distribuite ovunque, non visibili) e i data center (i luoghi in cui sono immagazzinati i dati). Il consumo di energia deriva dal transito di dati, dalla creazione di traffico e dall’elaborazione dei servizi. Il problema non si esaurisce con il fine vita dei prodotti: nella fase di riciclo, meno del 20% dei rifiuti elettronici viene raccolto e riciclato in conformità delle norme. Dei tantissimi elementi presenti negli oggetti digitali, la maggioranza ha un tasso di riciclo zero: il recupero fisico di tutti questi materiali è quasi impossibile.
L’invisibilità del consumo digitale
A differenza del consumo dei dispositivi non connessi a Internet, stimabili grazie alla bolletta, il consumo di elettricità digitale non è né noto né visibile all’utente finale. Per caricare uno smartphone, si consumano dai 4 agli 8 kWh di energia elettrica all’anno, ma con apparecchiature sempre accese si può arrivare a 144 kWh all’anno. Questi consumi di energia avvengono oltre perimetro del controllo perché le azioni virtuali utilizzano infrastrutture globali. “Non paghiamo nulla per i vari servizi digitali, dal social ai motori di ricerca. In cambio, lasciamo moltissimi nostri dati che, per l’alto valore che si può estrarre da essi, sono considerati il nostro petrolio dell’era digitale”, ha ancora aggiunto Sissa.
L’intelligenza artificiale è oggi uno degli ambiti più energivori del digitale. Sempre più integrata nei sistemi e nei servizi online, richiede grandi risorse di calcolo e connettività: “Il task più oneroso è la produzione di immagini, che consuma quantità crescenti di energia”, ha detto la docente. Tra i download più alti in Italia nel 2025 c’è ChatGPT, strumento diffuso che apre nuove possibilità, ma comporta anche un notevole dispendio. L’invisibilità di questi consumi, tuttavia, non li annulla: a restare, è un impatto reale che invita inevitabilmente a riflettere sull’uso quotidiano della tecnologia.


4 risposte
Balafre: è una cosa che si sa. Si vede che non hai mai usato un’auto elettrica e ne sai molto poco. Per dirne una le auto elettriche in discesa e in salita vanno molto meglio delle termiche perché in discesa recuperano energia e infatti i freni non si consumano praticamente mai. Quindi andare in montagna con una auto elettrica è una figata e il consumo è quasi simile ad andare in piano. Provare per credere! Ci sono molti canali youtube di possessori di auto elettriche dove ci si può informare meglio. Una cosa invece sottaciuta come dici tu è che le ibride sono peggio delle termiche e delle elettriche! Infatti è come andare in giro con 2 auto una elettrica e una termica. I consumi aumentano e pure l’inquinamento in più l’affidabilità e i costi di riparazione sono molto superiori. Inoltre sono anche le auto che in assoluto vanno più a fuoco, prima delle termiche e poi delle elettriche (che sono quelle più sicure).
balafre: No. Esattamente il contrario! Le batterie si reciclano almeno due volte. Una prima volta per lo storage domestico e la seconda si recuperano tutti i materiali che la compongono (a differenza del petrolio che invece finisce in atmosfera e basta!).
Quindi sto denigrare le auto elettriche ha un po rotto le scatole.
Invece volevo rispondere anche all’articolo che anche il girare in macchina a cercare di risolvere problemi invece di chiedere all’AI forse produce altrettanto inquinamento se non di più oltre che perdita di prezioso tempo delle persone.
Nessuno denigra le auto elettriche, ma le attuali problematiche che esse comportano.
Sarebbe quindi giusto che si sapesse quanto davvero impattano le auto elettriche, che ci sono state spacciate come panacea di tutti i mali.
Dall’espansionismo cinese in Africa e relativo sfruttamento per il controllo delle terre rare, al predominio commerciale della Cina sull’Europa, al costo dell’energia elettrica che aumenta per la maggiore richiesta, alla perdita di territorio dovuto alla sua occupazione per le stazioni di ricarica, ai costi di smaltimento e rigenerazione delle batterie e relativo inquinamento, all’usura superiore del manto stradale e degli pneumatici dovuta al peso ovviamente maggiore delle auto elettriche (le batterie pesano eccome) che comporta maggiore quantità di polveri sottili; senza contare l’autonomia effettiva delle auto elettriche che nella realtà è ben minore di quanto dichiarato, visto sempre nella realtà si deve tenere conto delle strade in salita, dei consumi dati dall’impianto di riscaldamento o di raffrescamento.
Non è certo tutto oro quello che luccica e che spesso viene sottaciuto.
Sarebbe altrettanto interessante una conferenza che svelasse il vero impatto dell’automotive elettrico. Tutti i costi, i consumi nascosti, lo sfruttamento di materiali nobili e rari, il mancato riciclo o l’impossibilità dello stesso.