La Festa patronale di San Martino ad Arnad oltre a regalare quattro giorni di buon umore e celebrazioni ha offerto al pubblico un’occasione unica per visitare un’altra pagina di storia valdostana, per anni rimasta nota solo a pochi fortunati. Dall’11 al 14 novembre, infatti, in occasione della patronale l’Assessorato regionale alla Cultura ha organizzato una nuova tappa di “Châteaux Ouverts” aprendo al pubblico il suggestivo Castello Vallaise, acquistato la scorsa estate per un milione e 600mila euro dall’Amministrazione regionale, e nuovo capitolo della “Restitution”.
“Arnad è un castello importantissimo che mancava tra quelli da inserire dei beni culturali – ha detto l’Assessore regionale alla Cultura Laurent Viérin in occasione della prima giornata di visite – quindi dopo l’acquisizione abbiamo voluto aprirlo subito e rendere accessibile alla comunità, durante un’apertura straordinaria, il castello, con la logica del cantiere evento. Una seconda apertura sarà abbinata alla Festa del Lardo la prossima estate, sarà sicuramente un momento di grande partecipazione e soprattutto un momento di accessibilità della cultura”. La prima fase propedeutica alla Restitution, cioè la restituzione del patrimonio storico artistico alla comunità, è l’acquisizione del patrimonio stesso, ma un acquisto che è un investimento per il futuro della Valle d’Aosta. E’ questo il tema che ha voluto evidenziare Roberto Domaine, Sovraintendente ai Beni culturali.
L’iniziativa ha raccolto subito il “placet” del pubblico dato che le prenotazioni per i quattro giorni di visite gratuite sono state completate in breve tempo. Il castello, che fu la più sontuosa dimora dei Vallaise, è il risultato di più fasi costruttive. L’aspetto attuale del castello e il suo arredamento risalgono ai lavori promossi da Alessandro Vallaise, morto nel 1823, il personaggio più illustre della famiglia in quanto ministro degli esteri del re Vittorio Emanuele I di Sardegna. Egli trasformò il castello in residenza di villeggiatura.
Il castello sarà ora oggetto di studio, ricerca, restauro e valorizzazione “Ha un apparato decorativo veramente eccezionale – spiega Gaetano De Gattis, alla guida della direzione restauro e valorizzazione dell’Assessorato regionale alla cultura – e quindi da questo punto di vista può essere un punto di riferimento per la bassa valle. Adesso stiamo valutando per fare un rilievo che sarà la base per tutte le ricerche del caso, incrociando i risultati di queste ricerche con le ricerche d’archivio e con i dati pubblicati, possiamo capire l’evoluzione di inizio architettonica del castello e la sua storia”. Dopo questa prima fase si passerà alla progettazione per il restauro conservativo di tutto quell’apparato decorativo di cui il castello è ricco per poi concludere questo “modus operandi” con la fase di progetto per la valorizzazione che permetterà la fruizione da parte del pubblico.
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