Le indagini su episodi di presunti corruzione e riciclaggio ala casa da gioco di Saint-Vincent? Coinvolgono “comportamenti personali e presunti reati di natura individuale, sui quali la giustizia farà piena luce”, ma “non devono distogliere l’attenzione dalla questione di fondo: il futuro industriale, organizzativo e strategico della Casino de la Vallée”.
A scriverlo sul suo blog, in una delle prime reazioni della politica dall’emergere dell’inchiesta della Procura, è Stefano Aggravi, esponente di Rassemblement Valdôtain e oggi Presidente del Consiglio Valle. “La casa da gioco – aggiunge – è, e rimane, una realtà di gestione privatistica. E’ quindi un grave errore sovrapporre l’eventuale responsabilità penale di singoli a una valutazione complessiva dell’azienda”.
Nella lettura di Aggravi, “confondere comportamenti individuali e strategia aziendale significherebbe fare un danno alla comunità valdostana, al futuro economico dell’azienda”. Per questo motivo, “è fondamentale che la reputazione e l’integrità del sistema dei controlli interni della Casino vengano non solo tutelate, ma dimostrate con chiarezza”.
All’orizzonte c’è, nero su bianco nel programma di legislatura della maggioranza, l’approfondimento sul percorso di privatizzazione, che agli occhi di Aggravi non è sacrificabile per quanto visto sinora nell’inchiesta. “Sono già disponibili materiali, analisi e approfondimenti significativi – penso al lavoro condotto da EY e da Grimaldi|Alliance – che offrono – continua – una base solida per individuare una soluzione credibile, efficiente e, soprattutto, realmente percorribile”.
Il percorso è “già avviato in IV Commissione”, ma “richiederà ulteriori approfondimenti e momenti di confronto”. Si tratta di scegliere “finalmente e con responsabilità, quale ruolo dovrà avere la Casino nella Valle d’Aosta dei prossimi anni”, però “senza illusioni, senza nostalgie e senza strumentalizzazioni di qualsiasi natura”.
Avs deposita un’interrogazione
Approccio decisamente diverso, invece, per Alleanza Verdi Sinistra che, con una interrogazione con risposta scritta depositata negli scorsi giorni (firmatari i consiglieri Chiara Minelli ed Eugenio Torrione), chiede al Presidente della Regione risposte su alcuni aspetti emersi proprio dall’inchiesta.
Riprendendo l’osservazione del Gip del Tribunale, contenuta negli atti d’indagine, sulla “assoluta inefficacia dei sistemi di controllo attuati all’interno della casa da gioco”, il gruppo chiede a Testolin se sia “stata avviata una verifica su tale aspetto”.
Altri quesiti riguardano “quali provvedimenti sono stati ora assunti nei confronti dei due funzionari oggetto dell’indagine” (tema su cui si è già espresso l’au della casa da gioco, Rodolfo Buat) e se siano state effettuate, “nel recente passato, indagini interne volte ad accertare eventuali comportamenti scorretti, violazioni di regolamenti e responsabilità da parte di dipendenti”.
