Brasilia, 31 dic. – (Adnkronos) – Il presidente brasiliano uscente Luiz Inacio Lula da Silva ha deciso di non estradare in Italia Cesare Battisti, come ampiamente previsto. E’ quanto si legge sui siti di vari quotidiani brasiliani.
Secondo il sito del quotidiano ‘O Estado de Sao Paulo’, la decisione e’ stata presa dopo una riunione con l’avvocato generale dello Stato Luis Inacio Adams. Lula ha dunque accolto come previsto le argomentazioni contenute in un parere di 70 pagine trasmessogli ieri dalla stessa Avvocatura. Mel testo si afferma che, secondo l’articolo 3 del trattato bilaterale, per il no all’estradizione al presidente basta avere “ragioni per supporre che la persona reclamata (dall’altro Stato) sara’ sottoposta ad atti di persecuzione e discriminazione per motivi di razza, religione, sesso, nazionalita’, lingua, opinione politica, condizione sociale o personale. Oppure che la situazione possa essere aggravata da uno degli elementi summenzionati”.
La partita tuttavia non e’ finita. Il ministero della Giustizia brasiliano dovra’ chiedere al Tribunale Supremo dell’Unione di scarcerare Battisti. La decisione dell’alta corte, tuttavia si fara’ attendere. Il presidente del Supremo, Cezar Peluso, ha in effetti gia’ fatto capire che per decidere aspettera’ la fine delle ferie di febbraio.
L’Italia, inoltre, potra’ presentare un nuovo ricorso. La prima volta Roma ottenne ragione da parte della stessa Corte Suprema, e adesso potrebbe sostenere che e’ stato violato il trattato di estradizione tra i due paesi. Lo stesso Peluso, afferma ancora il quotidiano ‘O Estado de Sao Paulo’, ha gia’ ventilato questa possibilita’.
La mancata estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti e’ una “vergogna inspiegabile”. Di piu’, “una presa in giro”. Roberto Torregiani, figlio di Pierluigi , il gioielliere assassinato da Battisti nel 1979, non usa mezzi termini per definire la decisione del presidente del Brasile. “Le motivazioni non si comprendono proprio. Resta una grande amarezza – afferma il figlio di Torregiani all’ADNKRONOS – A questo punto credo che il boicottaggio del Brasile sia l’unico modo per fare capire che ci siamo e contiamo”.