Nuovo incontro fra sindacati e azienda “Senza cassaintegrazione via libera ai licenziamenti”

Al contrario se l’ammortizzatore sociale sarà disponibile, la Engineering.it potrebbe reintegrare i 53 cassaintegrati rimanenti “ma, a condizione che questi accettino trasferimenti in sedi diverse da quelle di appartenenza".
I lavoratori Engineering
Economia

I vertici della Engineering.it e i sindacati torneranno ad incontrarsi il 17 gennaio prossimo. Ieri infatti l’incontro in programma a Roma presso la sede del Ministero ha portato ad un nulla di fatto o quasi.

L’azienda informatica infatti ha fatto sapere che se la cassa integrazione 2010 non dovesse venire approvata dagli organi competenti, entro il 17 gennaio prossimo, i cassaintegrati verranno licenziati. Al contrario se l’ammortizzatore sociale sarà disponibile, la Engineering.it potrebbe reintegrare i 53 cassaintegrati rimanenti “ma, a condizione che questi accettino trasferimenti in sedi diverse da quelle di appartenenza, in deroga a quanto contenuto nel Contratto Nazionale di lavoro dei metalmeccanici, previa proroga (breve) della CIGS, per il tempo necessario alle riallocazioni”.
 
“Preso atto di questi ulteriori “ricatti” aziendali – si legge in una nota del  comitato centrale dei cassa integrati  –  addirittura peggiori, rispetto a quella linea di “sfasciamento” del contratto nazionale di lavoro in atto nella FIAT di Marchionne che precludono alla cancellazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, ritiene totalmente inaccettabile la posizione aziendale.”
Per i cassaintegrati è “sopratutto inconcepibile una deroga al contratto nazionale di lavoro che discrimini 53 lavoratori rispetto ai 6.300 dipendenti del gruppo Engineering, costringendoli ad accettare condizioni differenziate rispetto ai colleghi in attività”.
 
Infine continua la nota il Comitato “invita e sostiene le OO.SS. a continuare la trattativa al Ministero ma a non sottoscrivere accordi che prevedano trasferimenti inaccettabili che potrebbero dare adito a licenziamenti da parte dell’azienda a fronte di un rifiuto e conferma l’intenzione di impugnare i licenziamenti in caso di recidiva di questa posizione prestestuosa e autarchica dell’azienda”.
 

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