Milano, 9 mag. – (Adnkronos/Aki) – "I musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sinistra Ecologia e Libertà perché il suo leader, Nichi Vendola, in quanto omosessuale ha una condotta che non va d’accordo con l’etica islamica". E’ il monito lanciato ai fedeli milanesi dall’Imam della moschea di Segrate, Ali Abu Shwaima, in vista delle elezioni amministrative che vedono come candidato sindaco del centrosinistra proprio un uomo di Sel, Giuliano Pisapia.
L’imam della seconda moschea italiana per importanza dopo quella di Roma, spiega ad Aki, Adnkronos International che "in una riunione che si è tenuta nei giorni scorsi tra fedeli a Milano ho spiegato che ritengo sia giusto votare a sinistra perché è lì che troviamo posizioni più vicine ai nostri ideali. Ho però aggiunto che a sinistra ci sono diverse componenti, e certamente quella di Sel, dove sono candidati alcuni musulmani, non è la più consona".
L’imam chiarisce di non chiedere ‘ai fedeli di essere contro gli omosessuali, ma nemmeno di dare loro la propria preferenza nella cabina elettorale. Vendola vive in una società che non è musulmana, quindi può fare quello che vuole, ma io mi trovo in difficoltà a votare una persona così. Per questo ho chiesto ai musulmani milanesi di non votare nemmeno Davide Piccardo e gli altri candidati di Sel".
"Come Imam vi dico che è un peccato dare il voto a questo candidato. Votate pure a sinistra ma non quella lista". Si calcola che siano circa 100mila i musulmani aventi diritto al voto a Milano. Per questo la lista di Sel ha candidato per il Comune, oltre a Piccardo, anche Paolo Abdullah Gonzaga per il consiglio di zona 2 e Omar el-Sayed per il consiglio di zona 9.
A prendere le distanze dall’imam sono però diversi musulmani. Per il segretario della moschea milanese di Cascina Gobba, Abu Bakr Geddouda. "Ritengo sia sbagliata la posizione assunta dall’imam di Segrate, Ali Abu Shwaima, nei confronti di Davide Piccardo e dei candidati di Sinistra Ecologia e Libertà".
"Noi non possiamo giudicare i candidati per la loro vita privata – spiega – ma valutiamo i loro programmi, perché abbiamo tante cose che ci interessano e dobbiamo far capire a tutti che noi immigrati di seconda generazione siamo cittadini italiani a tutti gli effetti". Per questo Geddouda, che fa parte anche dell’Alleanza islamica in Italia, chiede ai fedeli di "pensare come sia necessario il cambiamento a Milano. Si respira un’aria pesante anche dal punto di vista culturale, abbiamo comprato con le nostre tasche un locale da 6500 metri quadrati e l’amministrazione comunale ci nega ancora oggi il cambiamento di destinazione d’uso per farla diventare una moschea. Sono questi i temi di cui dovremmo discutere".
Sul monito dall’imam interviene lo stesso candidato di Sel Piccardo: "Trovo scorretto da parte dell’imam di Segrate, Ali Abu Shwaima, emettere una sorta di fatwa nei nostri confronti".
"E’ improprio emettere un verdetto giuridico di tipo islamico sostenendo che è un peccato votare per noi – spiega – perché i partiti vanno giudicati per i loro programmi e non per le scelte di alcuni singoli. Inoltre ritengo che la mia comunità non possa rimanere in questo stato di arretratezza culturale, ma debba andare avanti affinché si possano garantire i diritti di tutti". Piccardo precisa inoltre che "quella di Abu Shwaima è una presa di posizione isolata all’interno della comunità milanese, molte altre moschee sono invece al mio fianco e mi hanno già espresso solidarietà".
A confermare che ‘quella di Ali Abu Shwaima è una posizione isolata" è anche l’Unione delle Comunità islamiche in Italia che conferma il suo sostegno a ‘chi dimostra sensibilità per la nostra causa’. Per questo, sottolinea Fouad Selim, membro del direttivo dell’Ucoii, alle amministrative di Milano sosteniamo Davide Piccardo.
"Noi sosteniamo, sia a sinistra che a destra, tutti i candidati che dimostrano di essere sensibili ai nostri problemi – ha spiegato – io mi sono trovato a disagio sabato scorso quando, partecipando alla riunione in corso proprio nel centro islamico di Segrate, ho dovuto difendere Piccardo e criticare le posizioni dell’imam pur trovandomi ospite a casa sua, nel suo centro. Voglio sottolineare come, nell’ascoltare le sue parole, ho letto espressioni di disagio anche nei volti degli altri fondatori della moschea di Segrate. Va quindi ribadito che la fatwa da lui emessa non vale".