“Sono in missione per conto di Dio”: sono i Blues Brothers, e hanno riempito la piazza d’armi del Forte di Bard. Ieri sera era impossibile restare seduti. Il tempo di poche trascinanti canzoni e il pubblico si è alzato a riempire lo spazio antistante il palco per ballare.
La Blues Brothers Band, gruppo musicale fondato nel 1978 dai comici Dan Aykroid e John Belushi e reso famoso dall’omonimo film, non ha deluso le aspettative, che erano alte, a giudicare dal numero di fans sfegatati presenti a forte.
Della formazione originale restavano alcuni musicisti, i chitarristi Steve Lee Cropper e John James Tropea e il sassofonista Louis Marini, gli altri componenti erano Stephen Aubry Howard, Lee Howard Finkelstein, Anthony Alan Cloud, Larry Dean Farrell, Eric Jonathan Udel, Jonathan Hunt Rosch e Bobby Lee Harden.
Dopo un inizio solo strumentale, ma piuttosto acclamato, sono intervenuti anche i due vocalist e performer, in completo giacca cravatta e cappello, che hanno riscaldato il pubblico interpretando i più noti successi della band. Un plauso va soprattutto a Jonathan Roch, non solo voce, ma anche eccellente armonicista.
Ha così chiuso i battenti la terza edizione del festival blues del Forte di Bard, rassegna nata da una partnership tra la Regione e il noto locale milanese Blue Note, punto di riferimento per il jazz e il blues.
Il calendario ha permesso al pubblico di apprezzare vari artisti, a cominciare da Burt Bacharach, pianista e compositore tra i più famosi al mondo, per poi proseguire con gli Incognito, pionieri dell’acid jazz britannico, il Mehldau e Joshua Redman Duo, composto da pianoforte e sassofono, Manhattan Transfer, quartetto vocale jazz e Chick Corea, assieme alla sua formazione Return to forever.
Il risultato sono tre sold-out e altrettante serate molto partecipate, nonostante i capricci del maltempo.