Roma, 15 set. (Adnkronos) – Il lavoro che non c’è, la dipendenza dalle famiglie di origine, il rischio concreto che le proprie ambizioni non possano trovare riscontro: queste le motivazioni che disegnano un futuro grigio per i giovani italiani. Sette su 10 appaiono preoccupati per la situazione del Paese, a loro parere destinata a non migliorare nel breve periodo, il 30% è pronto a trasferirsi all’estero per carcere fortuna. E’ un ritratto a tinte scure quello emerso dal sondaggio realizzato dal centro di ricerche Datagiovani e Panel Data su un campione di 600 connazionali tra i 18 e i 35 anni.
I giovani italiani temono di non potersi realizzare professionalmente e di continuare a dipendere da mamma e papà. Sono convinti di avere, di fatto, meno possibilità dei propri genitori. Valutano la situazione economica grave, con poche vie di uscita. E il 35% è convinto che il quadro economico italiano sia destinato a peggiorare ulteriormente. Opinioni trasversali alle diverse aree del Paese, sia quelle in cui la disoccupazione giovanile è storicamente elevata, sia in quelle in cui la crisi ha messo in luce le difficoltà di creazione di nuovi posti di lavoro.
Poche le prospettive di realizzazione e di crescita professionale, con sei giovani su dieci convinti che non ce la faranno. Lo scetticismo, però, si fa più marcato tra i giovani del Sud, già ‘abituati’ a dover fare di necessità virtù per trovare sbocchi occupazionali.
Ma il lavoro, più in generale, preoccupa i ragazzi da un estremo all’altro del Paese: la metà degli intervistati ritiene infatti che la propria generazione abbia a disposizione meno opportunità delle precedenti. Non deve stupire dunque il dato emerso dal sondaggio riguardo alla disponibilità di trasferirsi all’estero avendone le possibilità: tre giovani su dieci sono convinti di poter trovare fuori dall’Italia più opportunità di lavoro, più spazio per le nuove generazioni e in generale un ambiente e una qualità di vita migliori.