L’Antica Roma è in Cina. Boom turistico a Liqian, la città dei centurioni

Plaudono all'iniziativa anche le associazioni romane.
News Nazionali

Pechino, 3 ott. – (Adnkronos/Xinhua) – Nel cuore della Cina come al Pantheon. Anche se è difficile da immaginare, non sono più una esclusiva di Roma i famosi centurioni che si fanno fotografare insieme ai turisti. Accade ormai la stessa cosa a Liquian, sperduto villaggio dell’ex Impero Celeste, dove un anno fa, da uno studio condotto sul Dna degli abitanti, insoliti cinesi alti e biondi e con i tratti occidentali, è spuntata l’ipotesi che la popolazione del luogo possa avere origini latine. Di qui subito l’idea di sfruttare la scoperta in chiave turistica. Un’idea vincente, visto che il piccolo villaggio sta diventando meta di visitatori curiosi, che arrivano da ogni parte del paese per assistere alle ormai popolarissime parate storiche.

Arrivando al villaggio di Liqian, i turisti si trovano davanti ai centurioni locali, ma dai tratti occidentali, vestiti come soldati romani, un nuovo padiglione costruito accanto ai resti di un forte. Il forte venne scoperto in scavi archeologici negli anni Novanta non lontano dalla cittadina situata lungo la ‘Via della Seta’, nella provincia di Gansu.

L’anno scorso, dopo la nascita di un centro italo-cinese presso l’università di Lanzhou, è iniziato un programma di ricerca sui discendenti degli antichi romani in Cina. E mentre gli studiosi cercano le origini di questi cinesi biondi con gli occhi chiari, Liqian ha deciso di puntare sulla propria romanità.

Il mondo accademico è ancora diviso sulla possibilità o meno che una guarnigione romana possa essere arrivata fino in Cina, anche se test del DNA hanno dimostrato che alcuni abitanti di Liqian hanno origini caucasiche.

Nonostante questo, la macchina turistica e mediatica si è messa in moto. Visitatori e curiosi iniziano a invadere la cittadina e un produttore cinematografico di Pechino ha deciso di investire milioni per portare sul grande schermo la storia dei legionari cinesi.

Rivendicando le proprie origini latine, nel 1999 il villaggio che un tempo si chiamava Zhelaizhai ha deciso di cambiare nome in Liqian, come gli antichi cinesi denominavano l’Impero Romano.

E in Italia cosa ne pensano i ‘nostri centurioni’? "Bello o brutto basta che romano", commenta all’Adnkronos Sergio Iacomoni, presidente dell’associazione culturale ‘Gruppo Storico Romano’, che dal 1994 organizza corsi per diventare gladiatori.

Con una vena di orgoglio capitolino, Iacomoni dichiara di essere entusiasta della nuova attività orientale senza rivendicarne alcuna originalità ed esclusiva. "E’ una trovata ammirevole – racconta – hanno preso spunto da una leggenda, a mio parere anche verosimile, e ne hanno tratto un vantaggio turistico. Egoisticamente poi fanno pubblicità a Roma, sono forse l’unico testimonial della nostra città in paesi così lontani. La storia degli antichi romani in Oriente è per lo più sconosciuta".

Degna di lode l’iniziativa ma poco fedele la riproduzione. "I contatti con l’occidente sono comunque ridotti – aggiunge – e credo che non abbiano neanche un libro sull’armatura romana. Dalle foto ho visto che utilizzano elmetti di plastica e piume sgargianti che di storico hanno poco e niente. In questo li ho trovati un po’ impreparati ma è comprensibile". Una sola perplessità per il presidente dell’associazione dei centurioni romana. "Con il Gruppo avevamo pensato di organizzare un viaggio a Liqian per rendere omaggio ai gladiatori cinesi ma è un paese molto complicato da raggiungere e abbiamo dovuto desistere".

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