"Le tragedie umane di questi giorni e le ferite al territorio che si ripetono sempre più frequentemente richiedono una serie politica di interventi contro il dissesto idrogeologico del nostro nel nostro che paga l’assenza di una seria programmazione nelle politiche agricole. E’ quanto afferma Gerardo Beneyton, presidente di Caseus Montanus, alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni in diversi territorio italiani compiti da alluvioni e disastri ambientali. Per Caseus Montanus “i dissesti idrogeologici ai quali assistiamo impotenti e che hanno un prezzo non più sopportabile in termini di vite umane, sono dovuti, oltre alla cementificazione, all’abbandono delle campagne perché i costi di produzione sono maggiori dei prezzi pagati alle aziende”.
Rispetto ad una valutazione sui danni provocati dal dissesto idrogeologico in Italia, Caseus Montanus afferma che “se il 50% di quanto speso per la ricostruzione e la ricostruzione fosse stato investito in attività agricole oggi ci sarebbero molte meno famiglie che piangono i loro morti, vittime dell’abbandono del nostro territorio”.
“L’agricoltura – ribadisce Beneyton – deve essere considerata un’attività di valenza sociale e come tale deve essere sostenuta. Solo se i nostri terreni di montagna saranno nuovamente lavorati, controllati contro la forestazione, mantenendo la rete di ruscelli e canali, i muri di sostegno e la sentieristica sarà possibile creare una diga contro le frane e le slavine. Quello che stiamo pagando oggi – conclude Beneyton – è il prezzo dell’incoscienza e dell’incoerenza di chi vedeva e vede nell’agricoltura un peso per la comunità, non capendo che solo mantenendo vivibile la montagna e l’agricoltura eroica possiamo salvare il nostro paese”.