Roma, 7 nov. (Adnkronos/Ign) – ""Non capisco come siano circolate le voci delle mie dimissioni, sono destituite di ogni fondamento. Domani si vota il rendiconto alla Camera, quindi porro’ la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi". Il premier Silvio Berlusconi interviene così dopo che in mattinata sono circolate con insistenza voci di imminenti dimissioni.
A lanciare il tam tam sono stati il direttore de ‘Il Foglio’ Giuliano Ferrara e Franco Bechis, vice direttore di ‘Libero’. "Che Silvio Berlusconi stia per cedere il passo e’ cosa acclarata, e’ questione di ore. Alcuni dicono di minuti", afferma Ferrara, mentre Bechis, via Twitter, scrive: "Devo rettificare quel che ho detto ad Omnibus. Ora ho notizie dirette. Berlusconi si dimette".
Le indiscrezioni sembrano andare in direzione di quanto detto in mattinata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta . "Nel passaggio, non e’ che lo stia auspicando, da un governo all’altro, gli impegni assunti non e’ che si rinnovano o cambiano, continuano. Si chiama principio della continuita’ amministrativa". Letta, rispondendo a chi gli chiedeva se l’accordo sui fondi strutturali con le Regioni del Sud e la Commissione Ue, nell’ambito delle misure anti crisi, rischia di essere messo in forse in caso di caduta del governo, ha aggiunto: ‘posso garantire che il patto sottoscritto resiste a qualunque evento, ammesso che eventi di quel tipo ce ne siano".
Nonostante le parole del premier però, Giuliano Ferrara rilancia e spiega: "La via d’uscita c’e’. Invece di prolungare l’agonia, Berlusconi si presenta alle Camere, chiede la fiducia per varare la legge di stabilita’ e il maxiemendamento, annuncia che si dimettera’ un minuto dopo e che chiede le elezioni a gennaio. Di questo si discute". Il direttore de ‘Il Foglio’ conferma inoltre di aver "raccolto e riproposto voci note su un imminente passo di Berlusconi per sottrarre il paese e sé stesso a un’incertezza radicale, a un’agonia politica senza capo ne’ coda". Per Ferrara poi "la dichiarazione di Gianni Letta sulle misure economiche che restano, secondo il principio di continuita’ amministrativa, anche quando il governo cambia, mi sembra molto piu’ autorevole della mia, e molto indicativa di cio’ di cui si discute".
Il vero ‘D day’ sulle sorti del governo è atteso dunque per domani. Berlusconi ha lasciato Roma ed ora si trova ad Arcore per il tradizionale pranzo del lunedi’ con i figli, che sara’ sicuramente l’occasione per un consiglio di famiglia sugli sviluppi della situazione politica. Tuttavia quasi sicuramente sara’ domani la giornata del redde rationem. Berlusconi rientrera’ nella Capitale probabilmente questa sera e avviera’ una serie di incontri che proseguiranno poi domani, anche con quei parlamentari del Pdl che negli ultimi tempi lo hanno invitato a compiere i passi necessari per dar vita ad un nuovo governo.
Questi colloqui saranno anche il momento per capire a che punto sono i numeri alla Camera in vista del voto sul rendiconto generale dello Stato. Proprio questo potrebbe essere il passaggio decisivo alla luce del quale il premier potrebbe decidere se e quando salire al Quirinale per rassegnare eventualmente le dimissioni. Il presidente del Consiglio potrebbe aspettare comunque il voto e alla luce dei numeri reali valutare se e’ possibile proseguire su una strada in ogni caso accidentata o se invece le dimissioni saranno inevitabili.