Tra allevatori di professione e per passione

Testimonianze dalla FOire des Alpes che nel week end ha portato all’arena Croix noire di Aosta capre, pecore, asini e muli e animali non bovini. Una “promenade” di suggestioni tra gli allevatori per capire lo stato di salute del settore.
Foire des Alpes 2011 - Donato Petitjacques
Società

Due belle giornate di sole hanno accompagnato la prima edizione della Foire des Alpes: la fiera dedicata agli animali di allevamento del territorio valdostano svoltasi sabato 12 e domenica 13 novembre alla Croix noire di Aosta. Questa volta però i protagonisti al centro dell’arena sono stati gli animali di allevamento delle razze non bovine. 

Gli allevatori valdostani assieme ad una delegazione del Piemonte, una della Lombardia e una savoiarda hanno presentato i loro prodotti non solo ai colleghi accorsi alla mostra mercato per concludere buoni affari ma anche a tanti curiosi di tutte le età. Una rassegna che senz’altro contribuisce anche a far conoscere prodotti valdostani a cui molti dei presenti si dedicano da poco tempo. “L’allevamento ovino è scarsamente praticato in Valle e molto poco conosciuto. Bisognerà attendere la prossima primavera per fare un bilancio della sua redditività rispetto a quello bovino, ma sicuramente siamo di fronte ad un settore meno in crisi rispetto agli altri”. Queste le parole di Osvaldo Naudin, ex sindaco di Introd e neo- allevatore di capre.

Diversa la situazione per gli animali da soma, ormai non più utilizzati perché sostituiti con più moderni macchinari agricoli. Per Donato Petitjacques, che da sempre alleva i suoi muli a Bionaz, questo settore sta lentamente scomparendo. Complice il momento di difficoltà economica generale e la vita di fatica e di stenti che accompagnano il mestiere dell’allevatore.
Jacquin Pietro e Jacquin Fabio, padre e figlio, ormai allevano solo per passione “si tratta di un mestiere poco redditizio – commenta Fabio a metà tra il melanconico e il rassegnato – sono molti più i sacrifici dei guadagni. Mio padre a questo mestiere ha dedicato la vita, io lo faccio solo per passione e per perpetrare le tradizioni famigliari”.

“Ginocchia non gonfie, belle mammelle, pelo lucido e morbido” questi sono i requisiti che secondo Lidia Agnesod, allevatrice di Lillianes, porteranno due delle sue dieci capre a vincere il Concorso della specie ovina e caprina promosso dall’Arev in concomitanza con la mostra-mercato. “Ai giovani che vogliono dedicarsi all’allevamento di capre da latte consiglio di partire almeno con trenta capi di bestiame. Io ne ho solo dieci e non mi bastano certo per campare. Vivo della mia pensione e dell’amore che da sempre ho per i prodotti del territorio valdostano”.

Tra i settecento capi di bestiame dell’arena si trovano anche razze molto pregiate come il coniglio gigante di fiandra o la Capra d’angora, nata in Turchia almeno 3000 anni fa e famosa per il pelo pregiatissimo detto “mohaire” , adatto per la produzione di filati di alta qualità. Il proprietario dell’agriturismo le Rêve di Courmayeur sottolinea :“Con eventi di questo genere puntiamo a fornire un’ottima immagine del prodotto valdostano. Quasi tutti gli animali in mostra sono in ottime condizioni e allevati con tutti i crismi dettati dalla legge”.
 

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