Lento, ma inesorabile, cresce il numero di comuni valdostani che non riescono a rispettare il patto di stabilità con la Regione. Regole di ferro che ogni anno stilano la classifica di chi è dentro e di chi è fuori, di chi tiene i conti rigidamente sotto controllo e di chi sfora, anche se di poco. Un vero e proprio cappio al collo per i sindaci che si trovano a volte a non poter sostituire il personale andato in pensione. Un fenomeno in espansione, se si pensa che nel 2007 i comuni della “black list” erano soltanto tre: Chamois, Saint-Nicolas e Verrès.
Per il 2010, ultimo dato disponibile, i comuni che non hanno rispettato l’obbligo di mantenere il saldo finanziario nei paletti stabiliti sono Antey-Saint-André, Arnad, Aymavilles, Chamois, Champorcher, Gressoney-Saint-Jean, Introd, La Magdeleine, Lillianes, Nus, Saint-Denis, Valgrisenche, per un totale di 12 comuni. Nel 2009 erano 11. Due le penalità principali: divieto di assumere nuovo personale, l’impossibilità di accendere nuovi mutui e la riduzione del 10 per cento dell’impegno di spesa rispetto a quanto preventivato nel bilancio 2010.
I comuni devono rientrare nei paletti indicati dalla Giunta regionale anche per quanto riguarda l’indebitamento. In questo caso chi non ha rispettato l’obiettivo sono 11 comuni: Allein, Avise, Bionaz, Doues, Emarèse, Oyace, Rhêmes- Saint-Georges, Roisan, Saint-Denis, Saint-Rhémy-en- Bosses, Valpelline. In questo caso viene vietata la possibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione per il finanziamento delle spese di funzionamento non ripetitive.