Era il gennaio scorso quando il Presidente e il direttore della Cooperativa Produttori Latte e Fontina rispondevano direttamente ad un’interrogazione dell’Alpe dichiarando che “pur essendo in presenza di una congiuntura economica nazionale ed internazionale negativa, la Cooperativa ha mantenuto sostanzialmente i volumi di vendita e il fatturato complessivo, con una stabilità nei prezzi riconosciuti ai soci”.
Dopo soltanto tre mesi, però, la Cooperativa deve smentirsi decidendo di abbassare di 50 centesimi di euro il prezzo al chilo riconosciuto ai conferitori (negli ultimi due anni il prezzo era fermo a 7,32 euro al Kg). La decisione, che verrà ufficializzata in occasione dell’Assemblea dei soci in programma martedì 8 maggio, è maturata nelle scorse settimane e ha già scatenato diversi malumori nel mondo agricolo.
Bocche cucite da parte dei vertici della Cooperativa con il Presidente Mauro Trèves che si limita a dire che “le motivazioni di tale scelta verranno comunicate l’8 maggio e che comunque la cooperativa non è un’eccezione in questo contesto di crisi generalizzata”.
A parlare è Fulvio Viérin di Pollein che sottolinea come “la scelta sia legata in parte agli investimenti effettuati dalla cooperativa per il nuovo magazzino che aprirà a breve vicino alla Croix Noire di Saint-Christophe”.
Negli ultimi anni sono aumenti inoltre i soci e le forme conferite: “Forse – spiega Viérin – è stato uno sbaglio fare entrare nuovi soci.”
Difficoltà quelle delle Cooperativa legate anche alla commercializzazione del prodotto. “Ad oggi abbiamo circa 30/40mila forme di fontina – spiega ancora Viérin – accantonate nei magazzini.”
Per Gerard Beneyton, Presidente di Caseus Montanus, “sicuramente ci troviamo in una situazione difficile dovuta anche al fatto che si è accumulato un po’ di prodotto nel magazzino e si sa che la fontina, a differenza del parmigiano, dopo 120 giorni, non migliora certo”.
Ma come uscire da questa situazione di apparente crisi? “Dobbiamo – spiega Beneyton – puntare sulla qualità del prodotto e valorizzare quelle che sono le vere caratteristiche della fontina. In questi anni invece abbiamo guardato più alla quantità.”.
Il Presidente di Caseus Montanus propone quindi un “pagamento a qualità” ovvero “paghiamo chi produce bene come ad esempio i nostri alpeggi”.
A puntare sulla qualità e in particolare sulla filiera del biologico è la Cooperativa Haute Val d’Ayas (18mila forme l’anno). “Non siamo in una situazione di sofferenza per quanto riguarda le scorte di magazzino – spiega il Presidente Danilo Grivon – certo il periodo non è dei più facili, con un calo dei consumi generalizzato e l’aumento dei costi di produzione. Per la nostra realtà l’aver puntato sul biologico sicuramente ci ha consentito di avere aperte altre porte, ad esempio il mercato estero con la Germania, il Nord Europa ma anche gli Stati Uniti.”
Per Grivon i problemi della Fontina sono legati ad una incapacità del sistema valdostano di fare conoscere il prodotto. “La fontina è conosciuta nelle regioni limitrofe e al limite fino in Veneto ma se già vai verso il centro sud in pochi sanno cos’è. Dovremmo tutti fare più sistema per veicolare il prodotto fontina anche perché la pressione competitiva è altissima e le piccole realtà fanno fatica a dialogare con le grandi catene commerciali”.
Un problema confermato anche da Maurizio Volget di Brissogne. La sua è un’impresa familiare con una produzione di circa 5000 fontine l’anno. “Quando parlo con alcuni nostri clienti mi sento dire che i nostri prezzi sono alti – spiega Volget – quando in realtà a malapena coprono i costi di produzione. Negli ultimi dieci anni tutto è triplicato ma il prezzo del latte e della fontina è rimasto invariato”.
Per Volget poi da piccoli produttori è difficile competere su mercati diversi da quello valdostano “perché le grandi realtà valdostane propongono fuori valle – spiega Volget – dei prezzi inferiori agli 8 euro al kg poi però sui banchi di alcuni supermercati di Milano capita anche di trovare fontine con la buccia nera ovvero con oltre 7 mesi di stagionatura”.
Volget raccoglie il malcontento dei piccoli produttori “la notizia che la Cooperativa Latte e Fontina sta costruendo l’ennesimo magazzino pronto a contenere 90mila forme di fontina ci fa arrabbiare perché con questa iper struttura si crea ancor di più un monopolio nel mercato”.