Stupore. E’ quanto hanno potuto leggere i sindacati negli occhi dei 162 dipendenti dell’Olivelli Ink-Jet di Arnad, chiamati in assemblea. Solo venerdì scorso la Telecom ha comunicato la decisione di mettere in liquidazione l’azienda. Una scelta che lascia lo sconcerto fra i lavoratori valdostani ed eporediesi.
"Già ad ottobre – spiega Enrico Monti della Fiom Cgil – la Telecom voleva sfilarsi e ha tentato di vendere l’azienda o di fare entrare altri soggetti." Tentativi non andati in porto e che hanno portato alla decisione dei giorni scorsi. "Il contesto non era più sostenibile" spiega ancora Monti, parlando di gravi difficoltà economiche dell’azienda.
Adesso bisogna stringere i tempi ed accelerare per cercare di tutelare i 162 dipendenti, un 40% circa valdostano, il resto dell’eporediese. "L’Olivetti nella sua storia – continua ancora Monti – ha sempre cercato di salvaguardare i propri dipendenti, attraverso la ricollocazione o l’avviamento alla pensione, e anche questa volta la Telecom ha confermato l’impegno". Domani i sindacati incontreranno l’azienda per capire il futuro dei lavoratori. L’obiettivo è di arrivare a ricollocare entro il primo anno di cassa integrazione straordinaria almeno il 30% dei dipendenti, per poter poi garantire a tutti gli altri il secondo anno di ammortizzatore. Entro fine giugno l’accordo dovrà però essere siglato, perché sulla possibilità di utilizzare questo "paracadute" per i prossimi due anni, incombe la riforma Fornero che riduce a un anno la cassa integrazione straordinaria. Su quest’aspetto i sindacati sono fiduciosi. I primi dipendenti a entrare in cassa integrazione saranno, probabilmente a luglio, i circa 50 addetti del gruppo di ricerca mentre gli altri dipendenti andranno a terminare con fine anno le commesse. Dopo l’accordo sulla cassaintegrazione arriverà il piano di ricollocazione.
Rimane poi anche il problema di altri 40 dipendenti, questa volta della Olivetti Spa, che lavorano ad Arnad le testine a impatto per il sistema bancario, postale e per la lottomatica. "Bisognerà vedere – spiega ancora Monti – dove potranno continuare la lavorazione che noi vorremmo rimanesse in Valle." Non dovrebbe essere un problema trovare un capannone libero. Già, anche lo stabile dove opera oggi l’Olivetti In-Jet, di proprietà regionale, preoccupa i sindacati "Non possiamo – aggiunge Monti – piangere sul deserto industriale".
Con la chiusura dell’Olivetti In-Jet scompare un pezzo della storia industriale italiana. L’azienda di Arnad, infatti, era l’ultimo sito produttivo dell’Olivetti. "Questa vicenda – conclude Monti – è una ferita non solo per la Valle d’Aosta ma per tutta la nazione".