Vallée d’Aoste, lo sfogo di Ricci: “C’è poco interesse, è ora di rimboccarsi le maniche”

“Non mi era mai successo di subire attacchi verso una società che è riuscita a iscriversi tra tante difficoltà, senza nessun aiuto del territorio e saldando tutti i debiti, a un campionato di calcio professionistico”, spiega il direttore generale.
Società

Il Saint-Christophe Vallée d’Aoste non ci sta. Le polemiche degli ultimi tempi, dallo stadio alla rosa della squadra, fino alla vicenda degli stipendi non pagati, hanno provocato la reazione della società, iscritta quest’anno al campionato di Lega Pro, che attraverso le parole del direttore generale esprime il proprio disappunto per la situazione attuale.

“Sono arrivato al Vallée d‘Aoste Calcio con grande entusiasmo, ma in pochissimo tempo, circa un mese, ho percepito che per il territorio non c’era grande interesse verso una società calcistica che dopo molti anni è riuscita ad approdare al calcio professionistico”. Inizia così, lo sfogo del direttore generale Franco Ricci, inviato oggi via mail agli organi di stampa.

“Non mi era mai successo di vivere attacchi a 360 gradi verso una società che è riuscita a iscriversi tra tante difficoltà, senza nessun aiuto del territorio e saldando tutti i debiti lasciati dalle precedenti gestioni a un campionato di calcio professionistico”, continua Ricci. “Altrove tutti si avvicinano a una società sportiva professionistica, soprattutto calcistica, in quanto essa crea un indotto sul territorio, come qualunque altra azienda produttiva, crea posti di lavoro e crea seguito, soprattutto mediatico, con il continuo coinvolgimento di giornali e televisioni vista la popolarità nazionale ed internazionale dello sport del calcio”.

Cosa che però non è successa in Valle. “Credo che da oggi tutti si debbano rimboccare le maniche – ha invitato il direttore generale – e cominciare a collaborare e lavorare per far crescere una realtà importante e non cercare sempre di distruggere quanto realizzato finora senza conoscere il lavoro all’interno della società, i valori delle persone che la compongono e le prospettive di crescita futura di questa nuova struttura”.

Ricci, infine, manda una frecciata anche alla Regione. “La Juventus è stata in Valle d’Aosta come altre squadre professionistiche, noi siamo stati costretti a emigrare a San Giusto Canavese, loro sono stati pagati per venire ad allenarsi noi siamo stati costretti a pagare doppio per allenarci e giocare fuori Valle. La nostra speranza è di poter tornare presto nei luoghi che sono la nostra casa e non vivere a lungo in luoghi lontani e fuori dal nostro territorio”.

“In futuro – conclude – spero di trovare anche segnali positivi e non solo negativi e sterili attacchi contro chi sta cercando di dare un’impronta diversa e in linea con le direttive della Lega pro nella gestione ed organizzazione di una società sportiva di calcio”. 

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