"Una scelta demolitrice che prevede la distruzione di un percorso che sta per compiere novant’anni, la dismissione degli edifici destinati al suo servizio, la vendita all’asta di gran parte del materiale rotabile". Legambiente commenta così la recente decisione della Giunta regionale di mettere definitivamente la parola fine alla lunga vicenda del trenino che avrebbe dovuto collegare Cogne a Pila, utilizzando il tracciato della ferrovia mineraria del Drinc che fino al 1979 è stata al servizio delle miniere di magnetite.
"L’Amministrazione regionale – spiega la presidente del Circolo Alessandra Piccioni – si preoccupa di nobilitare questa operazione di puro e semplice smantellamento, parlando di riconversione della linea, di una futura pista ciclabile, di una nuova sede per la Stazione dei Carabinieri di Cogne. Noi invece continuiamo a chiamare questa operazione con il suo vero nome: demolizione, appunto, in barba ai moltissimi cittadini che, esprimendosi, fanno sì che le miniere di Cogne e la ferrovia del Drinc siano attualmente al quinto posto nel censimento 2012 dei Luoghi del Cuore del FAI, Fondo Ambiente Italiano".
"Non chiedevamo di spendere domani dieci milioni di euro per completare il trenino, ma semplicemente di non distruggerlo, provvedendo nel frattempo a quella minima manutenzione ordinaria che avrebbe permesso il suo utilizzo in caso di emergenza. Siamo ben lungi dal gettare la spugna. Il completamento della ferrovia del Drinc, insieme al recupero del sito minerario, costituirebbe un unicum a livello europeo e un volano notevole per il turismo culturale in Valle d’Aosta. Insieme al comitato di Cogne non ci rassegniamo e stiamo progettando nuove iniziative”.