Palermo, 19 lug.- (Adnkronos) – Sulle stragi mafiose del ’92 "abbiamo finalmente varcato l’anticamera della verità, ora siamo entrati nella stanza della verità. Pensavamo, però, di trovare una stanza illuminata, invece era buia. Qualcuno aveva sbarrato le finestre e qualcuno aveva fulminato le lampadine. Siamo da soli e con le candele". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia intervenendo ieri sera a Palermo alla commemorazione di Paolo Borsellino nel ventennale della strage di via D’Amelio. "Leggendo in questi giorni i giornali – ha aggiunto – con commenti illustri di giuristi, giornalisti e politici, ho notato che nessuno purtroppo vuole illuminare quella stanza buia della verita’". Sempre durante il suo intervento, piu’ volte interrotto dagli applausi, Ingroia ha ribadito: "c’e’ il perpetuarsi dell’allergia alla verita’. Da parte della politica non e’ mai stato fatto un passo avanti per l’accertamento della verita’". E ancora: "Vogliamo che nessuno dica alla magistratura di fare passi indietro sull’accertamento della verita’". "Per accertare la verita’ sulla strage di Borsellino prima ancora che domandarci chi uccise Paolo dobbiamo interrogarci sul perche’ Paolo e’ stato ucciso”, ha detto ancora Antonio Ingroia, intervenendo alla conferenza “Trattative e depistaggi” organizzata da Antimafia. “Era questa la stessa domanda che Borsellino si poneva a pochi giorni dalla morte dell’amico e collega Giovanni Falcone – ha detto – In tutti noi che al tempo eravamo li’ in via d’Amelio c’era la consapevolezza che c’era qualcosa di anomalo in quella strage, di quasi unico che non si spiega solo con il fatto che Paolo era un nemico giurato di Cosa Nostra”. Poi il procuratore aggiunto di Palermo ha continuato “Vent’anni sono tanti e troppi perche’ si accerti la verita’ su un fatto del genere”.
"Quest’anno non sono qui per Paolo, ma perche’ ci sono dei giudici vivi da proteggere. Sono qui per questi magistrati. Li vogliamo vivi, non li vogliamo piangere. Vogliamo dei magistrati che indaghino e trovino la verita’, e non permetteremo che nessuno si ponga come ostacolo alla ricerca di questa verita’ e giustizia, fosse anche il presidente della Repubblica", dice invece Salvatore Borsellino a conclusione della conferenza “Trattative e depistaggi” di Antimafia Duemila a Palermo. E un coro di voci si e’ alzata per gridare ‘Paolo vive’.