Roma, 25 lug. – (Adnkronos/Ign) – Revocato l’incarico al primario del reparto di Neonatologia dell’ospedale San Giovanni di Roma, dopo la morte di un neonato dovuta allo scambio tra una flebo di soluzione fisiologica con del latte. Lo comunica la Direzione Generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, spiegando di aver deliberato la revoca dell’incarico ad interim della dottoressa Caterina De Carolis di Direttore della U.O.C. di Neonatologia. Il provvedimento è pubblicato sul portale dell’azienda www.hsangiovanni.roma.it.
La dottoressa, raggiunta dall’Adnkronos Salute, ha confermato di essere al lavoro in ospedale, ma ha spiegato di "non essere autorizzata a rispondere alle domande" sulla morte del neonato, dal momento che c’è un’indagine in corso.
A ricoprire l’incarico di nuovo direttore della Unità di neonatologia, "con il precipuo compito di riorganizzare sotto il profilo logistico gestionale le attività dell’Uoc", sarà Giannantonio Cerqua, direttore del Dea. A Luciana Annino, direttore del Dipartimento di oncoematologia, il "compito di redigere protocolli e procedure diagnostico-terapeutiche, nonché procedure tecnico-organizzative del reparto" di Neonatologia finito nella bufera. A Cerqua e ad Annino viene anche affidato "il compito di individuare un dirigente medico quale referente per gli aspetti clinico-assistenziali". Il provvedimento – che "non comporta alcun onere di spesa a carico del bilancio" del San Giovanni – è motivato dal fatto che "alla luce dei recenti avvenimenti si rende opportuno e necessario" un cambiamento, "al fine di assicurare continuità al sistema assistenziale e di garantire il più possibile un clima di tranquillità e di assoluta proficua e sicura attività alla Unità di neonatologia".
Cominceranno intanto nella tarda mattinata di domani i secondi accertamenti medico legali affidati al professor Saverio Potenza dell’Università di Tor Vergata, sul neonato. I 20 indagati tra medici e infermieri per l’accusa di omicidio colposo, tramite i loro difensori, avranno la possibilità di nominare un consulente che possa partecipare alla autopsia del piccolo.
Dal canto suo il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, attraverso l’esame della documentazione raccolta fino ad oggi e il rapporto del ministero della Salute, sta valutando quali ipotesi di reati possano emergere nella vicenda. Proprio a giudicare dal contenuto del rapporto degli ispettori ministeriali potrebbero profilarsi il reato di falso per le "correzioni" fatte sulla cartella clinica del bambino. E non si esclude neppure un’ipotesi di favoreggiamento.