Courmayeur celebra Walter Bonatti con la presentazione della sua biografia

Il leggendario alpinista ed esploratore, cittadino onorario del Monte Bianco, sarà ricordato domani sera, sabato 15 settembre, a Courmayeur, con la presentazione del libro dedicato alla sua vita, curato dalla compagna Rossana Podestà.
Walter Bonatti riceve la cittadinanza onoraria del Monte Bianco
Cultura

Un anno fa scompariva Walter Bonatti, esploratore, scalatore, scrittore, fotoreporter, simbolo di una visione etica del rapporto tra uomo e natura. Il suo ricordo rivive a Courmayeur, località a cui lo legava un affetto sincero, con la presentazione del libro “Walter Bonatti. Una vita libera”, edito da Rizzoli, una biografia illustrata ricca di testimonianze e immagini, curata da Rossana Podestà, la sua compagna. Sarà lei stessa a presentare l’opera al pubblico domani sera, sabato 15 settembre, al Jardin de l’Ange, alle ore 21.15. Più che una raccolta di memorie è un vero e proprio ritratto per parole e immagini, in grado di restituire nella sua dimensione più profonda e autentica l’esploratore, l’alpinista e soprattutto l’uomo.

Il volume, disponibile in libreria dal 5 settembre, è ricco di fotografie selezionate dallo stesso Bonatti, provenienti dal suo archivio privato, e scattate ai quattro angoli del mondo. Dopo essersi fatto un nome nel mondo dell’alpinismo con imprese rimaste nella storia, sulle Alpi e sull’Himalaya, Bonatti si era dato all’esplorazione del mondo orizzontale, raccontando le terre estreme e inospitali del globo. Memorabili le sue inchieste per il settimanale Epoca: le pagine e le fotografie dell’alpinista bergamasco aprivano una finestra sull’avventura e l’ignoto. Custode di una visione etica del rapporto con la natura, Bonatti, primo ed unico “cittadino onorario del Monte Bianco”, e primo “Piolet d’Or alla Carriera”, per tutta la vita ha cercato di spostare più lontano i limiti delle possibilità umane.
Dopo il Bonatti Day, celebrato il 31 luglio scorso, la presentazione di questo volume sarà l’occasione per rendere nuovamente omaggio ad un uomo che amava definirsi “figlio del Monte Bianco”, anche perché alcune delle sue imprese più memorabili sono legate alle pareti del massiccio più alto d’Europa. 

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