Alpe, Louvin: “Dobbiamo rafforzare i legami con chi è alternativo al potere”

Alpe si “raccoglie” in assemblea sabato 1° dicembre presso la biblioteca di Saint-Christophe: un dibattito ampio e articolato, con posizioni anche molto diverse. Riccarand: "Manca una strategia". Curtaz: "Troppe correnti".
Politica

Alpe racchiude in sé diverse anime politiche, è indubbio, e sceglie la via dell’assemblea pubblica per farsi delle domande a sei mesi dalle elezioni. L’onda lunga del referendum, quindi, non può che essere il primo punto all’ordine del giorno. Tutti gli interventi partono da questo dato significativo, a cominciare dal presidente Carlo Perrin: “Questa è una fase nevralgica dell’evoluzione politica e il referendum sul pirogassificatore è stato eclatante. La maggioranza ha attentato alla libertà e al diritto di voto, colpevolizzando dopo la sconfitta chi è andato a votare. La Valle ha detto “no” a questa brutalità, e Alpe ha accompagnato Valle Virtuosa con discrezione, ma fermamente”. A Perrin fa eco il segretario Chantal Certan che parla del 18 novembre come di una nuova pagina della storia valdostana, scritta attraverso un partecipazione sincera ed appassionata.

L’identità di Alpe
L’appuntamento di oggi è anzitutto occasione di riflessione e Alpe indugia non poco sulla questione identitaria. La domanda, esplicita, arriva dalla capogruppo in Consiglio Regionale Patrizia Morelli: “Alpe si fa carico dell’identità del popolo valdostano? È un argomento sul quale spesso si glissa ma che potrebbe creare problemi in futuro. Avere una coscienza identitaria è una risposta, in un periodo in cui l’autonomia viene attaccata da tutte le parti”. Più duro Elio Riccarand: “La priorità dovrebbe essere quella di costruire un vero movimento, ma in Valle siamo carenti in questo senso. A sei mesi dalle elezioni Alpe non ha un programma, ha un profilo identitario difficile da inquadrare e una grave assenza di strategia. Quanto è successo a Courmayeur, con due esponenti Alpe dalle opinioni diametralmente opposte ne è la prova”. Errori che ha sottolineato anche Carlo Curtaz, che si è concentrato sulla convivenza interna al partito, sui problemi delle tante correnti e dei “petites comités” che rischiano di minare il confronto libero e sereno.

Le politiche 2013: alleanze
Alpe sembra voler ricostruire il tavolo dell’alleanza autonomista-progressista, però senza perdere d’occhio il Movimento 5 Stelle, vera mina vagante. Lo spauracchio M5S lo agita Curtaz: “È un avversario in più che fa dell’impegno civico e politico di tante persone la sua forza. Questi sono però controllati da una persona che si sottrae al confronto con gli altri e non disdegna demagogia e qualche fesseria”. Sulle alleanze la stoccata è ancora di Riccarand: "Siamo indietro e l’alleanza autonomista-progressista di fatto non c’è. Siamo felici per l’affluenza alle primarie del centrosinistra ma noi non c’eravamo, e sarebbe stato importante. Il PD ha voluto gestire tutto da solo, ma Alpe è arrivata tardi. Invece di partecipare attivamente siamo stati solo spettatori”.

L’Union Valdôtaine
Non potevano mancare riferimenti al momento che vive l’UV e alla gestione “padronale” di Rollandin, tacciato di seguire pedissequamente un modello politico ed economico scellerato e tramontato. Riccarand si sbilancia e dichiara caduto l’impero unionista, ma è Louvin a chiedere cautela: “Il momento per tutti noi è positivo, ma l’Impero non è finito. Questo dev’essere per noi occasione di riflessione e di prudenza. Dobbiamo rafforzare ora i legami con chi è alternativo al potere, perché Alpe non può non essere al centro del cambiamento in atto”.

Candidature
Le idee sulle candidature sono ancora confuse, oltre all’incognita delle regole elettorali ancora da decidere. Carlo Curtaz propone un capolista, candidato alla Presidenza della Regione: “Non indicarlo – non metterci una faccia – sarebbe segno di debolezza, ma peggio ancora di rassegnazione” conquistando il favore di Louvin, che considera la questione estremamente intelligente. Di certo c’è però l’appuntamento elettorale di marzo, con Roberto Nicco che non si ricandiderà per il Parlamento e l’insicurezza riguardo il nome candidato a sostituirlo.

Le questioni restano quindi aperte dentro Alpe, che cerca anzitutto di limare le proprie differenze intestine, mirando agli obiettivi comuni per poi infilare con sicurezza la via del futuro: “Alpe trova il coraggio di credere nei giovani – conclude Certan – che non devono mettersi in disparte, anzi dobbiamo crederci fino in fondo e ascoltarli. I giovani porteranno un modo nuovo di fare politica, grazie all’immediatezza dei mezzi tecnologici che hanno già cambiato la TV e i giornali”. 

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