"I sindaci e i presidenti delle comunità montane hanno guardato, liberamente, a qualcuno che non ha l’attitudine ad abbandonare la barca quando i tempi si fanno duri. Mi sembrava un atto di codardia rifiutare e cosi ho sciolto la mia riserva". E’ un Bruno Giordano a tutto campo quello che va in scena un’ora e mezza dopo la sua elezione alla guida della Presidenza del Celva.
La candidatura del Sindaco di Aosta è stata partorita in poco tempo dai sindaci dell’Union Valdotaine ma, ci sono volute settimane, per farla riconoscere ufficialmente all’alleato di governo, la Stella Alpina. Nei giorni scorsi era uscito in casa Uv anche il nome del sindaco di Introd, Vittorio Anglesio, per trovare maggiori convergenze. Ipotesi scartata poi dopo l’intesa con l’Edelweiss sulla candidatura del suo segretario, Rudi Marguerettaz, alla Camera e soprattutto dopo che il vice di Anglesio, Desaymonet, è passato in quota Uvp. Ieri sera il Presidente dell’Uv, Ego Perron, è tornato a chiamare a raccolta i sindaci del Mouvement per riaffermare la candidatura di Giordano ma, ancora stamattina, Stella Alpina esprimeva non poche remore.
Le riserve si sono sciolte solo poche ore prima dell’inizio dell’assemblea. Non tutti però hanno digerito di buon grado il candidato imposto. E’ il caso del Sindaco di Aymavilles, Luciano Saraillon, che ha contestato la scelta di Giordano. Altre voci contrarie sono state quelle di Giorgio Munari, Sindaco di Ayas, di Antey, Roberto Brunod e ancora di Etroubles, Massimo Tamone. A scrutinio segreto, il primo cittadino di Aosta ha ottenuto l’appoggio di 52 sindaci mentre 17 sono stati dalla parte di Corrado Jordan, l’alternativa a Giordano proposta dall’Uvp con Luigi Bertschy. Quattro gli astenuti.
"Oggi non ho visto avversari – ha sottolineato Giordano – ma sensibilità diverse. Lavorerò comunque nell’interesse di tutti". Sul tavolo del nuovo Presidente del Celva arriveranno a breve dossier tutt’altro che semplici, a cominciare dalla riforma degli enti locali. "I veri eroi sono i miei colleghi dei piccoli comuni che rimangono lì a governare i territori. Le caste – continua Giordano – sono da tutt’altra parte a cominciare dal Parlamento". E’ lì a Roma che, secondo Giordano, sta il vero nemico della Valle d’Aosta e non in piazza Deffeyes. "E’ chi continua a ritenere antistoriche le autonomie, – spiega il Sindaco di Aosta – chi continua a sostenere che le regioni autonome vivano di privilegi, non comprendendo che, amministrare a 1800 metri di quota, non sia esattamente come governare territori a livello del mare". Una situazione che, continua Giordano, non è destinata a cambiare dopo il 25 febbraio. "Chiunque vinca, per me, metterà comunque mano al Titolo V della Costituzione" profetizza il nuovo Presidente.
Nel frattempo, aspettando nuove manovre centrali, Giordano dovrà fare i conti con il "patto di stupidità", l’Imu e un ricorso dello Stato contro la legge valdostana sulla tesoreria unica che, se la Valle d’Aosta dovesse perdere, "solo per il Comune di Aosta vorrebbe dire regalare 400mila euro di interessi all’anno alla Banca d’Italia". Sfide che non spaventano Giordano: "La necessità rischia di aguzzare l’ingegno".