In fiera gli affari vanno a rilento: si vendono gli oggetti piccoli ed economici

Si conferma la tendenza che accompagna da qualche anno ormai gli acquisti in Fiera. Nessuno vuole rinunciare a portarsi a casa un ricordo della millenaria ma per farlo i visitatori sono disposti a spendere pochi euro.
Da dx Walter Ottolenghi e amici
Cultura

Piccolo ed economico. E’ questa la tendenza che accompagna da qualche anno ormai gli acquisti in Fiera. Nessuno vuole rinunciare a portarsi a casa un ricordo della millenaria ma per farlo i visitatori sono disposti a spendere pochi euro.

"Il primo giorno sono tutti diffidenti – spiegano gli amici dell’espositore Walter Ottolenghi – poi il secondo giorno si convincono e rispettando la tradizione si portano a casa piccoli oggetti per una spesa massima di 10/15 euro".

In Piazza Chanoux, Angelo Toppo quest’anno ha portato dei tappi per bottiglie realizzati con dei nodi. "Si fa molta fatica – spiega l’espositore – quest’anno è andata nettamente peggio rispetto all’anno scorso, certo anch’io sono stato malato durante l’anno e quindi ho lavorato meno. La gente rispetto agli altri anni poi non è più disposta a comprare cose che si lasciano lì a prendere polvere".

Deluso anche Fabio Berthod che con la moglie Nadia Norbiato realizza fiori in legno. "La normalità è spendere 3 euro – spiega Berthod – qualcuno arriva poi ai 10. Rispetto all’anno scorso, comunque, abbiamo guadagnato molto meno".

Ma chi è il compratore tipico? "Sono soprattutto i valdostani a comprare, quest’anno non ho visto francesi." sottolinea Innocenzo Vallet che produce vannerie ed è presente in piazza della Cattedrale. "E’ andata abbastanza bene – spiega Vallet – ho venduto molti pezzi piccoli. In questo caso gli adulti venivano sollecitati dai bambini".

Unica voce fuori dal coro è quella di Salvatore Piu, intagliatore che espone in via Aubert. "E’ andata molto bene – spiega l’espositore – anzi ho raddoppiato l’incasso dell’anno scorso. Ho venduto orologi da 140 euro e molte cose piccole. Nella maggior parte dei casi a comprare sono i valdostani ma anche i piemontesi non disdegnano il ricordo. Pochi i francesi e quelli che ho visto sono venuti qua soprattutto per mangiare.

Diversa la prospettiva dei professionisti che espongono all’atelier. Per Matteo Crestani, scultore gli affari sono in linea con la fiera dello scorso anno “anche se si registra un brutto calo rispetto a un po’ di anni fa”. Dei 15 pezzi esposti nello stand che condivide con il padre Franco, ne riporterà a casa quattro, rimasti invenduti , che spera di riuscire a vendere nel suo laboratorio. Rimane la soddisfazione per la partecipazione ad un evento che è comunque una vetrina.

Dello stesso parere la famiglia di Ernesto Pison. “E’ andata come l’anno scorso, molto meglio della Foire d’été”. Anche loro riporteranno a casa diverse sculture, in particolare i pezzi più grossi e costosi. “I pezzi fino a 200 euro si vendono ancora bene” spiega il figlio dell’artigiano, Daniele “mentre al di sopra e in particolare quelli che superano i mille euro, piacciono, ma non riusciamo a venderli, li riproporremo nelle prossime edizioni”.

Per i mobilieri la Fiera è soprattutto un’occasione per presentarsi, incontrare i loro clienti e fare festa. “Abbiamo visto tanta gente, ma ci sembra che le persone abbiano poco denaro da spendere anche nelle cose piccole” dice Giulio Del Fino di Pollein che delle fiera è un veterano dato che vi partecipa da più di 30 anni. Massimo Pelliccioni di Gignod, espositore da 8 anni, realizza mobili particolari tra cui un seggiolone per bambini in legno pieghevole. “Questo lo abbiamo venduto, gli altri mobili erano già commissionati da alcuni nostri clienti”. Anche per lui i ritorni non sono immediati: “di gente ce n’è stata tanta e molti hanno chiesto informazioni: se si trasformeranno in commesse lo sapremo tra qualche mese”.
 

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