Sono 15 i bambini autistici che dal 2010 ad oggi hanno frequentato la TMA, terapia multisistemica in acqua. Si tratta di una terapia nata circa 20 anni fa che usa l’acqua per attivare le emozioni, i sensi e il movimento in quanti hanno disturbi della comunicazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo.
I risultati del progetto sono stati tratteggiati nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti l’assessore alla Sanità Albert Lanièce, il presidente dell’associazione valdostana autismo Cristian Varone e il dottor Paolo Maietta, psicologo cognitivo comportamentale.
La metodologia è fondata sul rapporto umano e ha l’obiettivo di modificare gli schemi cognitivi, comunicativi, emotivi e di interazione sociale reciproca. “In alcuni casi i risultati sono davvero eccezionali – ha dichiarato Cristian Varone – al punto che alcuni bimbi abbandonano la terapia per inserirsi nelle scuole nuoto”. Secondo Varone, non esiste una “strada miracolosa” per affrontare l’autismo perché il successo sta piuttosto nella “possibilità di integrazione con i servizi che in Valle per fortuna ci sono”. L’obiettivo dunque è di riorganizzare il sistema emotivo e relazionale prendendo dimestichezza non solo con l’acqua, ma anche con il gruppo dei pari.
“Stiamo cercando di fare un ulteriore passo avanti – ha detto il dottor Maietta – cercando di portare i benefici della TMA anche in altri contesti. E a questo scopo abbiamo organizzato una giornata sulla neve con bimbi e genitori e prossimamente abbiamo in calendario una uscita al cinema e una al supermercato”.