Per sette giorni i carabinieri di Aosta hanno passato al setaccio i negozi di calzature di Cogne, Aosta, e dei paesi vicini, per preparare un dossier che è stato già inviato alla procura generale di Torino. Le forze dell’ordine hanno cercato informazioni riguardo a un particolare tipo di calzatura, il sabot, che la difesa ha indicato come possibile arma del delitto.
Il dossier ricavato da questa indagine nei negozi di calzature ora è nelle mani dell’accusa. Lo studio Chicco di Torino, che si occupa della difesa di Annamaria Franzoni, portata avanti dall’avvocato Paola Savio, ha espresso soddisfazione per questa notizia “segno – ha commentato lo studio in una nota – del fatto che gli studi del perito Torre, che ha indicato la pista del sabot come arma del delitto, sono attendibili“. Secondo l’accusa, viceversa, l’indagine servirebbe solo a dimostrare che l’arma non può essere stata un sabot.