Mediaset, ministri: ‘Governo non a rischio’ Ma Schifani: se c’è condanna tutto cambia

News Nazionali

 

Roma, 11 lug. (Adnkronos/Ign) – Resta alta la tensione nel Pdl dopo la decisione della Cassazione di fissare per fine luglio l’udienza del processo Mediaset, con il rischio di una conferma della condanna per Silvio Berlusconi. La minaccia di una crisi di governo sembra al momento essere rientrata dopo il vertice notturno di ieri a Palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi sembrerebbe contrario a togliere il sostegno al premier Enrico Letta così come alle dimissioni in massa dei parlamentari o ad un Aventino. Resta ancora da capire quali saranno le prossime mosse in vista della sentenza della Cassazione che il 30 luglio dovrà decidere se confermare la condanna a 4 anni per frode fiscale e l’interdizione a 5 dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi.

Di certo, avverte Renato Schifani prima dalle colonne del Messaggero e poi in una serie di dichiarazioni, una condanna del Cavaliere "non potrebbe non avere ripercussioni sulla tenuta della coalizione" e "riflessi sul governo". Con Berlusconi e Alfano "non ne abbiamo mai discusso – spiega il presidente dei senatori Pdl – perché rifiutiamo in radice l’ipotesi di condanna", ma di fronte ad un "epilogo finale che vedesse Berlusconi condannato e interdetto dai pubblici uffici il quadro cambierebbe". Per Schifani è evidente che una eventuale condanna giudiziaria ‘decapiterebbe’ il Pdl e a quel punto ‘si porrebbero grandissimi interrogativi sulla nostra permanenza al governo’. Sulla stessa linea il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi secondo il quale ‘è difficile che un partito reso acefalo possa continuare la sua esperienza di Governo’. Alle 16, intanto, il Pdl riunirà l’ufficio di presidenza a palazzo Grazioli.

Fibrillazioni che al momento non sembrano preoccupare molti dei ministri del governo Letta. Da Moavero alla Bonino tutti ad assicurare che la tenuta del ‘governo non è a rischio’. Anche se, aggiunge il ministro degli Esteri, ‘le fibrillazioni non sono mai un buon biglietto da visita in Europa’. ‘Secondo me il governo non è affatto a rischio’, afferma Enzo Moavero Milanesi ministro agli Affari europei. ‘Io penso che i segnali politici espliciti siano tutti nel senso di garantire stabilità – ha continuato il ministro- tra l’altro la validità del governo sta nella prospettiva dell’Europa’.

La parola d’ordine sembra essere quella di andare avanti con il lavoro. Lavorare, ‘fare le cose che si devono fare’, come gli ‘scalpellini medievali’ evocati dal premier Letta che ‘facevano a gara per rendere più bella la parte posteriore delle guglie delle Cattedrali: e allora non c’erano i tg e i giornali di cui cercare i titoli d’apertura. Al massimo quelle guglie potevano vederle i piccioni e Dio. Si lavorava, come poi si è visto, per la grandezza dell’Italia’.

Acque agitate anche nel Partito democratico con il segretario Guglielmo Epifani che lancia un altolà al Pdl. "Il Pdl mette a rischio la funzione stessa di questo governo", dice in una intervista a L’Unità. "C’è un limite oltre il quale il nostro senso di responsabilità, che anche oggi abbiamo dimostrato, non può andare. O c’è̀ un chiarimento serio, o il Pdl dimostra di essere interessato ai problemi del Paese e non alle vicende giudiziarie di Berlusconi, oppure -aggiunge Epifani- con la stessa forza con cui abbiamo fatto nascere questo governo diciamo che così non si può andare avanti".

Parla di un paese ‘ostaggio’ di una ‘mummia imbalsamata’, Beppe Grillo che dal suo blog paragona Berlusconi alla ‘mummia di Lenin al Cremlino, in esposizione per gli elettori rimbambiti dalle televisioni di regime". "Berlusconi, novello Sansone con il parrucchino al posto della chioma – scrive nel post titolato ‘Una mummia è per sempre’ – minaccia di far morire con sé tutti i Filistei. Con la condanna definitiva da parte della Cassazione i suoi lacchè in Parlamento e i fedeli alleati del pdmenoelle, più fedeli del cane più affezionato, scomparirebbero come neve d’agosto. Presidenti, consiglieri, direttori piazzati un po’ ovunque negli enti pubblici e parapubblici farebbero le valige. Uno sconvolgimento mai visto dalla fine della guerra",

Spuntano intanto altri video della rissa di ieri alla Camera dopo il voto sul blocco dei lavori del Parlamento, voluto dal Pdl per protestare contro l’arrivo in Cassazione a fine luglio del processo Mediaset e passato con il sì di Pd e Scelta Civica. A postarli ancora una volta è stato il M5S, i cui deputati ieri hanno commentato al grido di ‘buffoni, servi, schiavi’ il sì dei democratici.
 

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