Si comincia con sei opere grazie allo spirito di volontariato e condivisione che ha spinto i primi artisti valdostani a sposare il progetto "Jolis coins" il Museo a cielo aperto per la valorizzazione del centro storico cittadino. A presentare i primi dettagli dell’iniziativa sono stati l’Assessore comunale alla Cultura, Edoardo Paron, e la storica dell’Arte e curatrice del progetto, Sandra Barbieri. “E’ un progetto ambizioso e complesso per la città – ha spiegato Paron – che grazie agli artisti locali valorizzerà il centro storico e, in cambio della gratuità delle opere che sono cedute in comodato d’uso per un periodo di almeno due anni, farà da vetrina agli artisti stessi”. Il progetto nasce nel 2010 dopo un finanziamento di 150mila euro ricevuto dal Mistero del Tesoro, cifra spalmata su diverse iniziative culturali che si sono svolte in questi anni, di cui 10mila euro circa per ora rivolti al progetto “Jolis coins”.
Nel 2011 è stata affidata la progettazione alla storica dell’Arte Sandra Barbieri e nel gennaio 2012 è stato approvato il regolamento che istituiva anche la Commissione di valutazione, composta tra l’altro da Ivat e Sovrintendenza ai beni culturali. Nell’estate 2012 è stata approvata la lista degli angoli scelti per la deposizione delle prime opere.
La prima di queste è stata deposta ieri, lunedì 5 agosto, e in questi giorni saranno deposte le altre cinque. “C’è stato un forte entusiasmo delle artiste donne – ha evidenziato Barbieri – e questo ci fa piacere. E’ stato comunque difficile far passare l’idea della gratuità perché stiamo parlando di professionisti che vivono di questo e non di aria, e il periodo sappiamo è complesso”. La prima opera è stata inserita in Ruelle des Cogneins, si tratta di un raffigurazione su legno ad opera di Barbara Tutino, artista di Cogne, dal titolo “La miniera di Cogne”. Opere, artisti e luoghi sono scelti con coerenza in modo che ogni artista faccia suo un angolo della città. In via Sant’Anselmo troverà spazio, nell’aiuola verde davanti al platano monumentale, un Sant’Anselmo in legno dello scultore Emo Giuliano Broccard di Sarre. Il percorso si snoda poi in via Vevey dove quattro busti in ferro e ceramica grès, dalla mostra Caduta di un Impero del 2004, dell’artista Marina Torchio di Aosta, rafforzeranno il velo di antichità del luogo. In piazza Narbonne troveranno spazio tre steli in pietra di Donato Savin di Cogne, tutte dell’altezza di 2,50 metri e in via Martinet sarà l’opera di Anna Maria Moretto, in legno di noce raffigurante un pellegrino, a rappresentare un’ulteriore tappa del progetto.
Un discorso particolare va fatto per l’opera in fusione di bronzo di Roberta Bechis di Montjovet, che ritrae San Grato, perché questa troverà la sua sede in Via de Tillier, nella Cappella di San Grato. Venerdì nel pomeriggio infatti sarà inaugurata l’apertura ufficiale della Cappella che dopo anni viene ridata al pubblico e che diventerà sede di piccole mostre curate dall’Associazione degli artisti valdostani, cui spetterà anche l’onere di tenerla aperta per le visite. Il Santo patrono di Aosta avrà così un angolo della città tutto suo e a ricordarlo sarà un’apposita targa che sarà collocata in sito.