“Le accuse a Franco Collé sono infamanti e danneggiano l’immagine del Tor”

"Ma veniamo ai fatti reali: si denigra un grande risultato sportivo per una deviazione sul percorso di ben 76 m! (sui 330.000 m percorsi) e con addirittura un lieve aumento di dislivello (rispetto ai 25.000 m previsti)"
Franco Collé
I lettori di Aostasera, Sport

scrivo la presente in quanto persona amante delle sane competizioni, perché sono rimasta senza parole dalle infamanti accuse rivolte a Franco Collé da alcuni mezzi di informazione che, a partire dalla prima pagina e continuando nell’interno, hanno infangato la sua prestazione sportiva oltre che averlo tacciato di disonestà, con conseguenti effetti negativi anche sull’immagine del Tor des Géants e quindi della stessa Regione.

Ricordo, solo per la cronaca, per chi non avesse seguito la vicenda, che Franco Collé è arrivato terzo e primo fra gli italiani con un tempo favoloso di 72 ore e 5 minuti al Tor des Géants, gara di endurance trail tra le più dure al mondo, che attraverso le alte vie compie il giro della Valle d’Aosta dilungandosi per 330 km e 25.000 m di dislivello positivo.

L’accusa rivolta al campione valdostano è quella di avere "barato" tagliando volutamente il percorso. Da qui i titoloni in prima pagina evidenziati in giallo e frasi del tipo: "la bella favola che aveva scritto sui sentieri delle sue montagne rimarrà per sempre macchiata da questa vicenda", "episodio increscioso che rischia di rovinare l’immagine della nostra corsa", "la gara verrà segnata pesantemente da questa vicenda", "macchia in modo indelebile la sua prova", "purtroppo c’è chi crede di poter fare ancora il furbo"…

Ma veniamo ai fatti reali: si denigra un grande risultato sportivo per una deviazione sul percorso di ben 76 m! (sui 330.000 m percorsi) e con addirittura un lieve aumento di dislivello (rispetto ai 25.000 m previsti), deviazione fatta per andare legittimamente a rinfrescarsi nel torrente. E anche se il presunto vantaggio fosse quantificabile in alcuni minuti, come avrebbe dichiarato l’organizzazione (la stessa che, secondo quanto si apprende da uno di questi articoli, avrebbe fatto parte delle affermazioni sopra richiamate) si parla di pochi minuti su 3 giorni di gara massacrante, nella quale Franco Collé ha fatto dietro di sé un vuoto per diverse ore… Cosa cambia quindi nel risultato e nella prestazione sportiva?
Tra l’altro si sa benissimo (perché sono stati allo stesso modo visti) che anche i primi hanno tagliato dei tornanti, ma nessuno si era sognato di denigrare la loro prestazione che resta, per tutti e tre gli atleti, eccezionale!
Ma il motivo che mi ha spinto a scrivere non è tanto (o per lo meno non solo) per difendere una persona che, se vorrà, lo saprà fare benissimo da sola, ma perché l’immagine del Tor e della nostra Regione non è stata lesa da un corridore che si rinfrescava dopo 150 km di gara, ma dalle dichiarazioni senza senso che avrebbe effettuato la stessa organizzazione, secondo quanto riportato da alcuni mezzi di informazione, col risultato che, invece di placare una inutile e ingiustificata polemica, è stata buttata della benzina su un cerino quasi spento, dicendo che questo “taglio” rovinava l’immagine del tor nel mondo e che addirittura a infagare il tor era proprio un valdostano!
Ma il Tor non è una competizione di lancio del peso dove se si esce dalla linea la prova è nulla. Io penso che il senso di una gara come il Tor sia quello di rispettare in totale le distanze e il dislivello passando nei 50 punti di controllo e non nel passare su un fianco destro o sinistro di un ruscelletto. Vogliamo quindi dire che se un corridore dopo 200 km vede una fontana a 100 m non può uscire dalla bandierina, bere e ritornare nel percorso? In molti tratti le bandierine servono solo affinché l’atleta non perda la via, non sono delle transenne di una maratona.

A dimostrazione inoltre dell’onestà di Franco Collé c’è anche il fatto che in tempi non sospetti egli ha richiesto e sostenuto la necessità di sottoporre gli atleti a una tracciatura GPS e a controlli antidoping, ma evidentemente non è stato ascoltato.

Credo quindi che Franco Collé non si meriti tutto questo dopo un anno di faticosa preparazione atletica e un risultato così prestigioso per lui e per la nostra Regione, come anche testimoniato dalle numerose manifestazioni di solidarietà scritte sul suo profilo facebook. Dobbiamo invece ringraziarlo perché è un valdostano che con questa sua performance ha contribuito a far conoscere nel mondo le nostre belle montagne.

Purtroppo se questa lettera verrà pubblicata, lo sarà solo in un piccolo spazio all’interno del giornale e non potrà contrastare l’impatto mediatico di un articolo in prima pagina con titoli a lettere cubitali, ma credo sia il minimo da fare per riabilitare Franco, il Tor e l’immagine della nostra Regione.

Con stima verso un grande atleta,

Sara Ratto
 

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